
Jean Blondel si è spento serenamente nella notte di Natale del 2022, a 92 anni. Epigono moderno dei grandi studiosi viaggiatori francesi, rifondatore della scienza politica comparata europea, Blondel si era distinto fin da giovanissimo per una straordinaria attitudine alla conoscenza dei sistemi politici, frequentando scuole internazionalizzate e aperte all’innovazione come l’Institut d’Études Politiques di Parigi e il St. Antony’s College di Oxford. Si addottorò a Manchester, dopo un lungo soggiorno nello stato brasiliano del Paraiba finalizzato allo studio della politica locale in quel paese.
Professore a Keele, poi fondatore del Dipartimento di Government all’Università di Essex, Blondel ha dato un contribuito fondamentale allo sviluppo della scienza politica europea. Nel 1970 fu con Rokkan tra i fondatori dell’European Consortium for Political Research, che diresse nei suoi primi decisivi anni.
Nel 1984 lasciò Essex per dedicarsi alla ricerca presso la Russel Sage Foundation a New York, e l’anno successivo approdò in Italia, dopo essere stato nominato Professore all’Istituto Universitario Europeo a Fiesole. Proprio in quegli anni Blondel rafforzò il suo legame con la scienza politica italiana, che conosceva dai tempi della frequentazione di Giovanni Sartori. La decisione di non lasciare la Toscana e l’Italia, al momento del suo pensionamento, avvenuto nel 1994, fu senz’altro influenzata dalla sua irrefrenabile volontà di sostenere la disciplina in un paese che considerava la sua terza patria dopo Francia e Regno Unito. La collaborazione scientifica con Maurizio Cotta lo portò a Siena, dove per anni aiutò a consolidare le attività del CIRCaP e insegnò nel Dottorato in Political Science: Comparative and European Politics. Ma fu attivo, allestendo per anni corsi e seminari, anche a Pavia e a Forlì, e portò testimonianze occasionali in tanti altri atenei italiani, aiutando i colleghi più giovani a consolidare i propri progetti. Non è un caso che due delle sette università europee che lo hanno onorato con un dottorato honoris causa – Macerata e Siena – siano Italiane. E i colleghi della comunità scientifica italiana furono ricordati da Blondel anche nel discorso di ringraziamento dopo il conferimento, nel 2004, del premio Johan-Skytte a Uppsala, il più importante riconoscimento al mondo per la nostra disciplina.


Socio della SISP per alcuni anni attorno al 2000, Jean è stato membro del Comitato Scientifico della Rivista Italiana di Scienza Politica tra il 2004 e il 2014. Più volte ha presenziato come speaker ai nostri congressi, e quando le sue tantissime intraprese comparate di ricerca glielo hanno permesso si è dedicato con passione all’analisi politica nel bel paese. Nel 2003 ha curato una edizione dell’annuario Politica in Italia dell’Istituto Cattaneo.
Spetta ad altri la ricostruzione dei fondamentali contributi di ricerca di Jean, che per sempre rimarranno a testimoniarne la statura intellettuale. Ma chi, anche in Italia, ha avuto il privilegio di conoscerlo come mentore e appassionato costruttore di istituzioni accademiche, oggi lo ricorda con immensa gratitudine e tanto affetto.