Section 1. Democrazia e democratizzazioni (Democracy and democratization)
Chairs: Roberto Di Quirico, Giuseppe Ieraci
La sezione “Democrazie e democratizzazioni” si propone di accogliere panel incentrati sullo studio della democrazia in senso ampio e dei processi di democratizzazione in corso o conclusi, ma rilevanti per il dibattito teorico.
Per il congresso del 2015 sono state individuate tre tematiche di particolare rilievo verso cui focalizzare l’attenzione degli studiosi interessati a proporre panel.
Il primo tema proposto è quello della crisi della democrazia e della sua diffusione. Il tema della crisi della democrazia o dei processi di democratizzazione può essere declinato in vari modi. La più recente letteratura affronta il tema della crisi della democrazia dal punto di vista della perdita di legittimità democratica in molti paesi anche di consolidata tradizione democratica. Le ragioni di tale delegittimazione sono varie e diverse secondo i casi e proprio le singole tipologie causali potrebbero essere il tema specifico affrontato dai singoli panel. Anche per quanto riguarda i processi di democratizzazione si può parlare di crisi, in particolare per quanto riguarda gli esiti della democratizzazione e del consolidamento democratico in aree quali quella ex-sovietica e quella dell’Africa settentrionale che negli anni passati sembravano destinate al passaggio da regimi più o meno autoritari a regimi democratici, pur fragili e che invece oggi vivono in una situazione d’instabilità politica e di violenza che impedisce qualsiasi forma di consolidamento democratico. Per questa tematica saranno preferiti panel inerenti casi specifici di democrazie in crisi, studi sul deterioramento della qualità della democrazia in specifiche aree e infine panel che trattino in chiave comparata anche a livello di specifiche regioni del globo casi di democratizzazione in crisi.
Un secondo tema che pure è ricollegabile alla questione della crisi della democrazia e della delegittimazione delle istituzioni di governo in alcune democrazie europee è quello del rapporto tra condizionamenti esterni e democrazia nazionale. Nel dibattito che si è sviluppato in seguito alla globalizzazione ha assunto crescente importanza il tema della governabilità della finanza internazionale e dei sui impatti sulla democrazia "interna" o sulla "sovranità" democratica. Sebbene la finanza internazionale venga spesso raffigurata come un’entità che opera al di fuori di qualsiasi regola e controllo, la realtà può essere difficilmente ricondotta a questa immagine semplificata. A dispetto di molti luoghi comuni, infatti, il funzionamento dei mercati finanziari è sorretto da un insieme di istituzioni e regole che presiedono alla loro stabilità, ma l'azione di queste istituzioni e regole ha un impatto diretto sul circuito della rappresentanza e della governabilità democratica. Le scelte di policy sono condizionate e così la capacità di responsiveness delle classi politiche nazionali. Quali sono le interazioni tra istituzioni internazionali e governi nazionali? In che modo queste interazioni hanno modificato il funzionamento della democrazia e la percezione della sua legittimità? Come si prendono le decisioni nella “politica globale” dell’epoca odierna? I panel eleggibili dovranno affrontare questi interrogativi, in modo selettivo, chiave teorica o di ricerca comparativa.
Un terzo ed ultimo tema su cui proporre panel, tema strettamente collegato ai temi precedenti data la loro natura di processi in divenire e di recente completamento, è quello dei nuovi approcci teorici allo studio democrazia e delle democratizzazioni. Tali approcci possono consistere nella rielaborazione o nell’adattamento di consolidate teorie della democratizzazione quali la cosiddetta transitologia alla luce degli sviluppi della diffusione della democrazia in certe aree, nella discussione e nell'applicazione pratica di nuovi concetti sviluppati per combinare la dimensione sovranazionale delle democrazie europee con lo studio delle democrazie nazionali ed infine nella definizione di concetti alternativi a quelli della democrazia classica quali la post-democrazia. In questo caso i panel potranno spaziare da studi teorici su regimi ibridi e democratizzazione, a studi sulla definizione e misurazione della qualità della democrazia, ai temi della network democracy, della demoicracy e della democrazia sovranazionale, fino a proporre nuove interpretazioni di approcci classici allo studio della democrazia.
Panel 1.1 The Other Way Around? Investigating the "Reverse Wave" Hypothesis (I)
Negli ultimi due decenni il dibattito sulla democratizzazione ha sperimentato una significativa espansione. Un dato che accomuna i vari filoni di ricerca che a esso fanno riferimento – lo studio delle cause, modalità e conseguenze di tali processi di transizione, e del loro consolidamento – è il più o meno esplicito rifiuto dell’idea che alla terza ondata sia seguita una fase di sviluppo politico diametralmente opposta. Nonostante diversi analisti abbiano prontamente registrato il manifestarsi di alcuni segnali di crisi, non ci si è spinti oltre il decretare la fine della terza ondata. L’ipotesi di un’ondata inversa di de-democratizzazione, già contemplata nel quadro teorico di Huntington, finora è sempre stata scartata come ingiustificato allarmismo. La frequenza e la sempre maggiore evidenza con cui si stanno manifestando alcuni segnali di crisi della democrazia, tuttavia, rendono urgente interrogarsi sulla possibilità che non si sia semplicemente entrati in una fase di stallo, bensì di riflusso democratico. Rileggere tali eventi attraverso una diversa lente offrirebbe alla politica comparata un nuovo terreno di indagine, favorendo l’avanzamento della conoscenza del fenomeno democratizzazione e delle sue possibili conseguenze.
A quasi quarant’anni dalla pubblicazione della fondamentale opera di Linz e Stepan sul crollo della democrazia, il panel intende rilanciare questa linea di ricerca, in vista del conseguimento di due obiettivi principali. Innanzitutto, verificare la fondatezza dell’ipotesi dell’ondata inversa. Ciò significa chiarire cosa si intende per de-democratizzazione e, su tale base, mappare gli eventi che a tale concetto possono essere ricondotti. Considerato l’approccio evidentemente esplorativo, in particolare, si presterà attenzione tanto a veri e propri casi di transizione autoritaria, quanto a eventi meno “eclatanti” di deterioramento delle libertà civili e politiche, perdita di qualità della democrazia, inversione di processi di democratizzazione in atto, crisi di legittimità democratica, disaffezione verso la politica e sfiducia nelle istituzione rappresentative. Da una simile prospettiva, quindi, la de-democratizzazione può riguardare sia i paesi in via di sviluppo, sia le democrazie occidentali più consolidate. Il secondo obiettivo che la sessione di ricerca si propone di raggiungere al termine dei lavori è la definizione di un’agenda per la ricerca futura.
Il panel sollecita la presentazione di proposte di lavoro che cerchino di rispondere alle seguenti domande. Come avviene, ovvero quali forme assume la de-democratizzazione nel XXI secolo? Quali sono le cause della de-democratizzazione? Sono prevalentemente fattori esogeni a causare tali processi – recessione economica globale, terrorismo, aumento del potere decisionale delle organizzazione sovranazionali – o si riscontra un impatto rilevante anche di fattori endogeni ai processi di democratizzazione stessi?
Priorità verrà data a contributi di tipo empirico, mentre sarà mantenuta la più ampia apertura metodologica. Disegni di ricerca quantitativi, qualitativi – singoli casi studio, comparazioni di due o più casi, QCA – così come progetti che combinino l’utilizzo di diverse tecniche riceveranno pari considerazione. Al fine di favorire la partecipazione degli ormai numerosi dottorandi stranieri che studiano negli istituti italiani, inoltre, si incoraggia la presentazione di articoli scritti in lingua inglese.
Call for papers
The image of a third wave of democratization, that between the mid 1970s and late 1990s overwhelmed developing world, has long influenced the debate. While analysts now generally agree that the wave is over, however, they are reluctant to interpret the current period as the beginning of a phase of political development that goes in a diametrically opposite direction. The hypothesis of a reverse wave of de-democratization is seen as an unnecessary alarm. We quite disagree with this, and believe that seeing recent signals of a crisis of democracy through a different lens would favour the advancement of our knowledge of democratization and its broader consequences.
About forty years after Linz and Stepan’s seminal work on democratic breakdown, we would like to revive comparative politics’ interest in this line of inquiry. The panel has two main goals. First, to assess if the “reverse wave” hypothesis is empirically grounded, by mapping recent cases of de- democratization. In this respect, given our admittedly explorative approach, outright authoritarian regime changes are as much significant episodes as other minor events, including declining civil and political freedoms, loss of democratic quality, interruptions of ongoing democratic transitions, decaying democratic legitimacy, dissatisfaction with democratic institutions. So broadly defined, de-democratization represents a syndrome that may affect both developing countries and consolidated Western democracies. The second goal we wish to achieve at the end of this research session is to set an agenda for future research.
The panel solicits papers addressing the following research questions. How, and in how many different shapes, does de-democratization occur in twenty-first century? What are its causes? To what extent exogenous conditions – global economic downturn, terrorism, supranational decision- makings processes – account for the phenomenon, and how important are endogenous factors instead? Priority will be given to empirical analyses, whereas no methodological preclusion exists. Papers written in Italian and English are accepted. In the presence of non-Italian paper-givers, whose participation we encourage, the panel will be held in English.
Chairs: Andrea Cassani, Alessandro Pellegata
Discussants: Leonardo Morlino
The other way around? Investigating the ‘reverse wave’ hypothesis
Andrea Cassani (andrea.cassani@unimi.it), Alessandro Pellegata (alessandro.pellegata@unimi.it)
AbstractThe image of a third wave of democratization, that between the mid 1970s and late 1990s overwhelmed the developing world, has long influenced the debate. While analysts now generally agree that the wave is over, however, they are reluctant to interpret the current period as the beginning of a phase of political development that goes in a diametrically opposite direction. The hypothesis of a reverse wave of de-democratization is seen as an unnecessary alarm. We quite disagree with this, and believe that seeing recent signals of a crisis of democracy through a different lens would favour the advancement of our knowledge of democratization as a (continuous) process of political change.
About forty years after Linz and Stepan’s seminal work on democratic breakdown, we would like to revive comparative politics interest in this line of inquiry. Our paper has three broad goals. First, surveying the existing literature, we provide a more systematic definition of de-democratization. In its current status the notion is underspecified. It represents a loose ‘umbrella-concept’ covering a broad and heterogeneous set of phenomena ranging from outright authoritarian regime changes to comparatively minor events, such as declining civil and political freedoms, loss of democratic quality, interruptions of ongoing democratic transitions, decaying democratic legitimacy, dissatisfaction with democratic institutions. Second, we assess if the ‘reverse wave’ hypothesis is empirically grounded, by mapping recent cases of de-democratization and distinguishing the various symptoms that this syndrome may display. In this regard, we will look both at developing countries and consolidated Western democracies. Finally, we set an agenda for future empirical research, identifying a few broad lines of inquiry, formulating some specific research questions, and providing preliminary descriptive evidence.
Assessing causes for democratic regression during the third wave of democratization
Luca Tomini (ltomini@ulb.ac.be), Claudius Wagemann (wagemann@soz.uni-frankfurt.de)
AbstractThe objective of this article is the empirical understanding of the different combination of explanatory conditions triggering the process of transition from a democratic regime towards a non-democratic regime, no matter whether being hybrid or fully authoritarian. While the process of democratization is nowadays captured by an established literature, the reverse process of democratic backsliding has not generated as much scholarly attention. Over the years, the literature on democratization has mainly focused on factors and conditions that promote the regime transition and the subsequent democratic consolidation (Lipset 1959; Rustow 1970, O’Donnell and Schmitter 1986; Huntington 1991; Pridham 1991; Linz and Stepan 1996; O’Donnell 1996; Przeworski et al. 1996; Schedler 1998; Carothers 2000; Teorell 2010; Morlino 2011). However, with some relevant exceptions, rarely do scholars chose to focus on the opposite trend, namely the examination of the factors that facilitate democratic backsliding.
The process of democratic regression deserves to be analyzed independently from the processes of democratization, for at least three reasons. In the first place, the absence of a factor that promotes democratic development does not necessarily imply that the same factor favors democratic regression. The existing causal asymmetry between the two processes means that only a configuration of factors may effectively explain both processes, as it has been highlighted by the recent literature (Kitschelt 1992; Mahoney and Snyder 1994; Munk 2001; Møeller and Skaaning 2013). A separate analysis of democratic regression is therefore necessary. Second, democratic regression as an empirical phenomenon exists and is significant. After the first studies on the transition process which, especially in the early nineties and in the wake of the end of the communist regimes in Central and Eastern Europe, theorized the progressive and uncontested spread of democracy at the global level, the analyses became more realistic about the difficulties of the democratization process during the third wave. Actually, the empirical reality has shown that there are still major obstacles to the diffusion of democracy, and that the risk of a regression or breakdown in the established or newly democratic countries has increased in recent times. As recently pointed out by Diamond, the regression or even breakdown of democracy has been occurring on a regular basis over the past decades, especially in newly democratic countries, but also in some established democracies. Moreover, during the last ten years there has been an increase of cases of democratic backsliding (in total 34 cases since 1974, 23 of them occurring only after 1999) (see Diamond 2008), involving strategic countries such as Venezuela or Nigeria. Third, up to now, there has not yet been a comprehensive analysis and explanation of this process. This is the gap which this research aims to fill. There is a growing need to take stock of the literature on this topic, which, although not yet fully developed, already counts relevant studies that use different theoretical and methodological approaches and focus on different geographical areas or different explanatory factors, and to provide a comprehensive and up-to-date analysis of factors accounting for democratic regression. The research question can be therefore summed up as follows: which factors accounts for the transition from a democratic to a non democratic regime? Through Fuzzy-Set Qualitative Comparative Analyses (fsQCA) methodology, this study aims to integrate different levels of explanatory factors, overcoming the strict divisions between theoretical approaches in the literature and offering a fresh and comprehensive perspective on this phenomenon.
Sovranità sfidata e ambiente internazionale: Le transizioni non democratiche nel Caucaso (1991-2015).
Gabriele Natalizia (g.natalizia@unilink.it)
AbstractL’entusiasmo provocato dall’esito delle transizioni politiche nei Paesi dell’Europa orientale dopo il 1989 è stato smorzato dall’incerta parabola assunta dagli Stati dello Spazio post-sovietico. Tra i sottosistemi in cui può essere suddivisa questa regione geopolitica il Caucaso ha assistito al sostanziale consolidamento di due regimi ibridi (Georgia e Armenia), ma profondamente diversi tra loro, e a un riflusso autoritario (Azerbaigian). Il paradigma transitologico, così come gli approcci interpretativi dei suoi critici, non offrono una spiegazione completamente esaustiva dell’impasse democratica in questi Paesi. Dopo aver presentato le peculiarità dell’eredità sovietica, che ha costituito l’humus politico-culturale delle trasformazioni avviate nel 1991, lo studio rivolge la sua attenzione su come l’assenza dell’unità nazionale e l’ambiente internazionale abbiano influenzato la definizione dell’assetto politico interno di Armenia, Azerbaigian e Georgia. Il suo obiettivo è mostrare come tra le due variabili e l’esito non democratico del regime change, tra il 1991 e il 2014, abbia preso forma una relazione causale.
Panel 1.1 The Other Way Around? Investigating the "Reverse Wave" Hypothesis (II)
Negli ultimi due decenni il dibattito sulla democratizzazione ha sperimentato una significativa espansione. Un dato che accomuna i vari filoni di ricerca che a esso fanno riferimento – lo studio delle cause, modalità e conseguenze di tali processi di transizione, e del loro consolidamento – è il più o meno esplicito rifiuto dell’idea che alla terza ondata sia seguita una fase di sviluppo politico diametralmente opposta. Nonostante diversi analisti abbiano prontamente registrato il manifestarsi di alcuni segnali di crisi, non ci si è spinti oltre il decretare la fine della terza ondata. L’ipotesi di un’ondata inversa di de-democratizzazione, già contemplata nel quadro teorico di Huntington, finora è sempre stata scartata come ingiustificato allarmismo. La frequenza e la sempre maggiore evidenza con cui si stanno manifestando alcuni segnali di crisi della democrazia, tuttavia, rendono urgente interrogarsi sulla possibilità che non si sia semplicemente entrati in una fase di stallo, bensì di riflusso democratico. Rileggere tali eventi attraverso una diversa lente offrirebbe alla politica comparata un nuovo terreno di indagine, favorendo l’avanzamento della conoscenza del fenomeno democratizzazione e delle sue possibili conseguenze.
A quasi quarant’anni dalla pubblicazione della fondamentale opera di Linz e Stepan sul crollo della democrazia, il panel intende rilanciare questa linea di ricerca, in vista del conseguimento di due obiettivi principali. Innanzitutto, verificare la fondatezza dell’ipotesi dell’ondata inversa. Ciò significa chiarire cosa si intende per de-democratizzazione e, su tale base, mappare gli eventi che a tale concetto possono essere ricondotti. Considerato l’approccio evidentemente esplorativo, in particolare, si presterà attenzione tanto a veri e propri casi di transizione autoritaria, quanto a eventi meno “eclatanti” di deterioramento delle libertà civili e politiche, perdita di qualità della democrazia, inversione di processi di democratizzazione in atto, crisi di legittimità democratica, disaffezione verso la politica e sfiducia nelle istituzione rappresentative. Da una simile prospettiva, quindi, la de-democratizzazione può riguardare sia i paesi in via di sviluppo, sia le democrazie occidentali più consolidate. Il secondo obiettivo che la sessione di ricerca si propone di raggiungere al termine dei lavori è la definizione di un’agenda per la ricerca futura.
Il panel sollecita la presentazione di proposte di lavoro che cerchino di rispondere alle seguenti domande. Come avviene, ovvero quali forme assume la de-democratizzazione nel XXI secolo? Quali sono le cause della de-democratizzazione? Sono prevalentemente fattori esogeni a causare tali processi – recessione economica globale, terrorismo, aumento del potere decisionale delle organizzazione sovranazionali – o si riscontra un impatto rilevante anche di fattori endogeni ai processi di democratizzazione stessi?
Priorità verrà data a contributi di tipo empirico, mentre sarà mantenuta la più ampia apertura metodologica. Disegni di ricerca quantitativi, qualitativi – singoli casi studio, comparazioni di due o più casi, QCA – così come progetti che combinino l’utilizzo di diverse tecniche riceveranno pari considerazione. Al fine di favorire la partecipazione degli ormai numerosi dottorandi stranieri che studiano negli istituti italiani, inoltre, si incoraggia la presentazione di articoli scritti in lingua inglese.
Call for papers
The image of a third wave of democratization, that between the mid 1970s and late 1990s overwhelmed developing world, has long influenced the debate. While analysts now generally agree that the wave is over, however, they are reluctant to interpret the current period as the beginning of a phase of political development that goes in a diametrically opposite direction. The hypothesis of a reverse wave of de-democratization is seen as an unnecessary alarm. We quite disagree with this, and believe that seeing recent signals of a crisis of democracy through a different lens would favour the advancement of our knowledge of democratization and its broader consequences.
About forty years after Linz and Stepan’s seminal work on democratic breakdown, we would like to revive comparative politics’ interest in this line of inquiry. The panel has two main goals. First, to assess if the “reverse wave” hypothesis is empirically grounded, by mapping recent cases of de- democratization. In this respect, given our admittedly explorative approach, outright authoritarian regime changes are as much significant episodes as other minor events, including declining civil and political freedoms, loss of democratic quality, interruptions of ongoing democratic transitions, decaying democratic legitimacy, dissatisfaction with democratic institutions. So broadly defined, de-democratization represents a syndrome that may affect both developing countries and consolidated Western democracies. The second goal we wish to achieve at the end of this research session is to set an agenda for future research.
The panel solicits papers addressing the following research questions. How, and in how many different shapes, does de-democratization occur in twenty-first century? What are its causes? To what extent exogenous conditions – global economic downturn, terrorism, supranational decision- makings processes – account for the phenomenon, and how important are endogenous factors instead? Priority will be given to empirical analyses, whereas no methodological preclusion exists. Papers written in Italian and English are accepted. In the presence of non-Italian paper-givers, whose participation we encourage, the panel will be held in English.
Chairs: Andrea Cassani, Alessandro Pellegata
Discussants: Andrea Cassani, Alessandro Pellegata
The functions of non democratic elections in empirical perspective. The cases of Morocco, Russia and Tanzania.
Marco Calabrò (marcocalabro@hotmail.it)
AbstractLately, scholars have paid growing attention to elections in non democratic regimes. A major issue is the functions electoral institutions play in autocracies. Relevant questions are: Why do dictators hold elections? Why do they set them more or less fair or manipulated? Some scholars take the issue as a given. Others propose useful theoretical arguments for the dictators’ decisions about elections. There are still few attempts at empirically looking for the hints that suggest the reasons why dictators decide to hold elections or to open up the electoral field. Thus, theoretical assumptions about the functions of elections remain untested. This paper tests major assumptions on the functions of elections on three ‘most different cases’, Morocco, post-soviet Russia and Tanzania. Once applied to few cases, the approach could be broadened to larger scale comparisons.
The impossible democratization: what happens when the means of production and the monopoly of the use of force are concentrated in the same hands? Insights from the recent Egyptian events.
Gianni Del Panta (jofplant@gmail.com)
AbstractThe military’s accountability to civilian authorities and its non-inference in politics have been seen by many analysts as two of the most crucial factors in the development and consolidation of a democratic setting. In Middle Eastern studies the attention devoted to the armed forces’ behaviour was huge in the 1960s and 1970s, although interest in the topic sharply declined in subsequent years. The recent uprisings in 2011, spread from Tunisia to the entire region, have completely reversed this trend again. After all, the overthrow of authoritarian regimes from below as well as the transition to democracy cannot be achieved without, at least, the neutral role of those who own the monopoly of the use of force. The main aim of this article is to develop, through a deep analysis of the recent Egyptian events, new insights on the role of the military in determining both Hosni Mubarak’s ouster and, above all, the failure of the democratic transition process. Combining structural and agential factors, the paper aims at showing as the formulation of strategies by the military changed over time in response to the unfolding events, although its behaviour has always been prone to protect and enhance its material interests. Empirical evidence shows that transition to democracy is complicated, if not entirely impossible, when the armed forces own vast and largely unknown economic assets that could be put in danger by the higher degree of transparency and accountability required by democratic procedures.
Political Parties within Democratic Transitions: Setting the Ground for a New Research Agenda
Valeria Resta (valeria.resta@unimi.it), Francesco Molteni (francesco.molteni@unimi.it)
AbstractThus far the relationship between political parties and democratizations has been approached only as a matter of party system institutionalization during democratic consolidation phases. Yet, recent cases of autocratic collapses demonstrated the salience of parties also as far as transitions in its narrow sense and democratic installations are concerned. In light of this, the present paper makes the point about the necessity of studying political parties also during the earlier phases of the democratic transition, when doing so may appear “less obvious”. As a matter of fact, engaging in this new research agenda will contribute to democratization studies in several ways. Fist, it will further unfold the dynamics, i.e. strategic interactions, underneath democratic transitions and breakdowns. Second, this study will help to disclose the intrinsic nature and functioning of democratic parties, which are far from being mere representative vehicles of pre-constituted social aggregates. Third, and most important, differently from the mainstream studies on the topic, i.e. those on party system institutionalization, this kind of works collocates itself in a temporally and functionally antecedent phase; therefore, it will contribute to illuminate and solve some of the impasses that affects this literature.
This is a starting point of huge work that goes beyond the scope and space limitations of the present paper. Here, I will limit to first expose the empirical reasons why this is needed. Secondly, a proposal in how this study might be done will be sketched.
Panel 1.2 La democrazia in Europa
Nell’ultimo decennio il complesso degli studi sulla democrazia in Europa ha assunto una forma molto più variegata ampliandosi dai classici studi sull’avvento ed il consolidamento della democrazia nei principali paesi europei a studi più specifici quali la democratizzazione nei paesi ex-comunisti, la qualità della democrazia nei paesi dell’Europa Centrale e Occidentale, la democratizzazione nei paesi ex-sovietici europei fino ai più recenti studi sulla natura democratica o tecnocratica delle istituzioni europee e le ripercussioni della multilevel governance sulla democrazia negli stati nazionali. Questi temi sono stati affrontati in molti casi in chiave comparata o nel contesto degli studi sull’Unione europea, mentre si è indebolito l’approccio tradizionale dello studio di caso concentrato su un singolo paese e sull’impatto dei vari processi sulla democrazia a livello nazionale.
In questo modo si è ridotta la produzione di ricerche basilari per effettuare comparazioni approfondite e per evidenziare peculiarità che potrebbero essere di grande aiuto fornendo spunti originali per la formulazione di teorie generali. Inoltre, è stata sminuita l’importanza di studi particolarmente adatti a studiosi giovani all’inizio della loro attività di ricerca.
Scopo di questo panel è quello di analizzare casi significativi di trasformazione dei tratti principali della democrazia (qualità e sue dimensioni, rapporti tra istituzioni, legittimità, strutturazione dei rapporti tra attori) in singoli paesi dell’Europa geografica alla luce dei più recenti sviluppi internazionali, pur rimanendo in una prospettiva nazionale.
I paper da ospitare in questo panel dovrebbero avere una o più delle seguenti caratteristiche:
a) Trattare aspetti inerenti trasformazioni significative della democrazia in uno specifico paese europeo
b) Analizzare la qualità della democrazia o una o più delle sue dimensioni in un paese europeo
c) Studiare l’impatto di eventi esogeni (crisi economica, conflitti, riforme e innovazioni nella struttura sovranazionale) sulla democrazia a livello nazionale
d) Studiare le trasformazioni istituzionali e le riforme costituzionali realizzate o in corso di realizzazione e che potrebbero comportare profonde trasformazioni nel regime democratico di uno specifico paese
Il panel potrà articolarsi su due sessioni qualora venissero presentate un numero di proposte congrue con gli argomenti trattati. In ogni caso, a parità d’interesse della proposta, saranno preferiti i paper proposti da studiosi all’inizio della loro carriera.
************************************************************
During the last decade, research on democracy in European states became more specific than the classical studies on the rise and consolidation of democracy and on democratization. Researchers focused on new and specific topics as democratization in former communist countries, democratization and hybrid regimes in the post-soviet area, quality of democracy in Central and Western Europe and, most recently, the democratic nature of European Union.
These topics had been studied using a comparative approach or the Europeanization paradigm. Instead, the traditional single case study approach became less attractive. This reduced the basic research useful for advanced comparative analysis as well as for theoretical studies. Moreover, a research field particularly useful for younger researchers at the early stage of their career became less attractive.
The main aim of this panel is the analysis of relevant cases of transformation in European democracies in terms of quality of democracy, inter-institutional relationships, legitimacy, national political structure and in other relevant dimensions that characterize democracy in the single countries of Continental Europe and Great Britain.
The panel solicits papers addressing the following research topics:
a) the evolution/transformation of democracy in specific European countries
b) the quality of democracy and its dimensions in Central and Western European countries
c) the impact of exogenous events (economic crisis, conflicts, reforms of supranational institutions) on national democracies
d) those national reforms that may influence democracy
If a relevant number of paper proposals will be presented, the panel may be structured as a double session panel. However, proposals by young researchers will be considered with particular interest.
Chairs: Roberto Di Quirico
Discussants: Stefano Rombi, Sebastian Perdisci
Liberal and Illiberal Populism. The Leadership of Berlusconi and Orbán
András Körösényi (korosenyi.andras@tk.mta.hu), Veronika Patkós (patkos.veronika@tk.mta.hu)
AbstractOur paper compares the political leadership of Silvio Berlusconi and Viktor Orbán. Besides giving a descriptive comparison of the Italian and Hungarian political leaders, the paper focuses on three questions: (1) the nature of their populism; (2) the quality of the changes induced by their policy; and (3) the type of their leadership. The paper concludes that both leaders introduced a new era in politics, but Orbán has been more effective in transforming policy means and priorities and also in adjusting the institutional settings (polity). Unlike Berlusconi, he has become a founder of a new regime; a democracy with authoritarian elements. While Berlusconi can be characterized as a transactive leader, Orbán has turned out to be a transformational leader. Both of them are populist leaders in terms of substance, as well as process and linkage, but the ideological nature of their populism is rather different. While Berlusconi represents liberal populism, Orbán represents an illiberal one.
How important is political context? The Determinants of Electoral Accountability in Central and Eastern Europe
Andrea Fumarola (afumarola@luiss.it)
AbstractThe theme of “good democracy” has affected political science for long time, proposing several schemes of analysis. The most relevant and systematic are those elaborated by Dahl (1971), Lijphart (1984) and, more recently, by Morlino (2011) whose aim is to measure the quality of democracy of political systems thanks to a dataset made up of eight macro indicators. Electoral accountability assumes a relevant role in this field, since it represents the main tool for voters to hold governments to account for their actions. Starting from the assumptions of the economic voting theory, the present paper aims to question and develop it using not only the most recent survey data and macroeconomic indicators but also ‘innovative’ and peculiar political variables to detect institutional arrangement, electoral system, party system and media freedom in the sample countries. The analysis will focus on the 11 EU Member States belonging to CEE – Poland, Hungary, Czech Republic, Bulgaria, Croatia, Estonia, Latvia, Lithuania, Romania, Slovenia and Slovakia – using individual-level data from the 2014 European Election Study (EES) collected immediately after the last European Parliament (EP) elections. The quantitative analysis and the set of dependent and independent/control variables will allow us to generalize our findings, test our hypotheses and answer to the research questions: are elections in CEE sufficient ‘per se’ to produce accountability? Or does electoral accountability require other (political) conditions?
L’impatto della crisi economica sugli orientamenti democratici: il caso dell’Italia
Pasquale Colloca (pasquale.colloca@unibo.it)
AbstractIn che misura una crisi economica può diventare crisi democratica? Le teorie che si concentrano sul legame tra declino di carattere economico e orientamenti politici sottolineano che una crisi economica può rappresentare uno dei rischi più comuni per la stabilità democratica di un Paese: in tempi di crisi, i cittadini potrebbero girare le spalle alla democrazia, con importanti conseguenze sulla salute civica e democratica di una nazione. Del resto, l’assunto in base al quale consistenti consistenti mutamenti economici hanno un impatto sugli atteggiamenti sociali dei cittadini non è nuovo, e le considerazioni che ne derivano hanno una significativa base nella teoria sociologica e politologica. Partendo da queste considerazioni, tramite l’utilizzo di dati di survey internazionali raccolti in piena crisi economica, si cercherà di fornire nuova prova empirica sull’argomento, rispondendo a due principali interrogativi. Primo, in che misura l’attuale crisi economica sta avendo anche delle conseguenze antidemocratiche sul tessuto sociale, influenzando lo stesso orientamento dei cittadini nei confronti della democrazia? Per rispondere a questo interrogativo, si indagherà se chi ha vissuto di più l’esperienza della crisi tende a manifestare determinati orientamenti politici: ad esempio, una minore fiducia nelle istituzioni, una visione anti-democratica della società, un maggior livello di conservatorismo, una concezione più negativa della democrazia, un minore livello di civismo oppure uno specifico comportamento elettorale. Secondo, queste potenziali conseguenze anti-democratiche si manifestano in tutta la popolazione o riguardano solo particolari categorie sociali? Una parte della letteratura sottolinea infatti che, con l’arrivo di una crisi economica, le persone più socialmente marginali rischiano di sviluppare maggiore ostilità verso la democrazia e i suoi principi. Per rispondere a questo secondo interrogativo, si valuterà empiricamente se specifiche caratteristiche socio-demografiche e di status (ad es., essere giovani/adulti, avere/non avere un lavoro, essere più/meno istruiti, ecc...) rappresentano delle condizioni sociali di per sé in grado di “modificare”, acuendo o mitigando, il potenziale effetto di erosione democratica della crisi economica.
Una democrazia sotto pressione: crisi economica, cittadini e democrazia in Spagna
Chiara Facello (chiara.face@libero.it), Valeria Tarditi (valeria.tarditi@unical.it)
AbstractLa democrazia spagnola è stata a lungo considerata una democrazia di successo, capace di concludere rapidamente la fase di transizione, raggiungendo risultati inaspettati: dinamismo economico, sociale e culturale, un sistema politico caratterizzato da stabilità ed efficacia governativa, elevati livelli di fiducia istituzionale da parte dei cittadini (Lanza e Raniolo 2006). Tuttavia a partire dal 2009 la Spagna è stata duramente colpita dagli effetti della crisi economica internazionale, registrando un notevole declino nelle principali dimensioni economiche e sociali (Field e Botti 2013). Ma quali sono state le conseguenze di tale declino sulla qualità della democrazia spagnola? L’articolo intende rispondere a questa domanda analizzando i cambiamenti intervenuti negli ultimi anni (2009-2015) in due dimensioni fondamentali della qualità della democrazia, quelle che Morlino (2013) definisce il “motore della qualità democratica”, la partecipazione e la competizione. L’obiettivo fondamentale della ricerca è quindi quello di verificare se e come la crisi economica abbia inciso sulla partecipazione e la competizione, determinandone un approfondimento o, al contrario, un deterioramento. Le due dimensioni verranno analizzate tramite uno studio qualitativo diacronico che prende in considerazione tre livelli di analisi: micro (gli effetti sui cittadini), meso (gli effetti sui partiti) e macro (gli effetti sul sistema politico). Più in particolare la prima parte dell’analisi si concentrerà sullo studio delle proteste cittadine dilagate sull’intero territorio spagnolo in concomitanza dell’acuirsi della crisi, identificando gli attori politici e sociali coinvolti ed analizzando le varie forme convenzionali e non della partecipazione politica. Il manifestarsi di prassi partecipative critiche è e rimane uno dei pochi canali di espressione della domanda da parte dei cittadini, tanto più se si considerano fenomeni ormai di medio periodo come la restrizione dei canali della partecipazione e l’autoreferenzialità dei partiti, quali organi di intermediazione tra società e stato. Successivamente, sulla base dei risultati elettorali delle elezioni politiche del 2011, di quelle europee del 2014 e delle regionali del 2015, nonché delle proiezioni di voto rispetto alle future elezioni politiche, si approfondiranno le dinamiche competitive all’interno dei diversi “sistemi partitici” spagnoli (Linz e Montero 1999), dedicando particolare attenzione all’analisi dei nuovi attori emersi sia a sinistra che sul centro dello spettro politico, come Podemos e Ciudadanos, e alla loro capacità di intercettare la protesta. Obiettivo del lavoro è quindi quello di far luce sulle risposte dei cittadini e dei principali attori politici e sociali alle conseguenze della crisi economica, provando a formulare delle ipotesi rispetto alle conseguenze sul sistema politico spagnolo e al suo funzionamento, in previsione dei futuri scenari politici che potrebbero aprirsi con le elezioni generali del 2015. Tale studio permetterà non soltanto di approfondire la conoscenza del caso spagnolo, ma di giungere a formulare delle ipotesi generali che potranno essere verificate in future ricerche su altri paesi appartenenti all’Europa mediterranea, che con la Spagna condividono il fatto di essere tra i più colpiti dagli effetti della crisi economica internazionale.
Round table
Panel 1.3 Lo stato della democrazia nel mondo
Nell’ultimo decennio vari paesi sono stati oggetto di profonde trasformazioni che ne hanno modificato il tipo di regime politico. In alcuni casi regimi autoritari sono sembrati in procinto di trasformarsi in democrazie mentre in altri casi democrazie che apparivano abbastanza solide sono entrate in crisi. Ci sono stati casi rilevanti in cui paesi che sembravano in via di democratizzazione hanno poi imboccato un percorso che li ha riportati verso l’autoritarismo. Infine, movimenti popolari anche violenti hanno sovvertito consolidati regimi autoritari senza però riuscire a sostituirli pienamente con nuove forme di governo di tipo democratico.
La tavola rotonda mira a discutere in una prospettiva generale i principali aspetti e le situazioni di criticità che affronta oggi la democrazia ed il processo di democratizzazione in varie aree del mondo. Inoltre, ha lo scopo di creare un’occasione di dibattito ad ampio spettro che completi integrandola la struttura a panel della sezione democrazia e democratizzazioni.
I partecipanti sono studiosi dei processi di democratizzazione esperti in specifiche aree geografiche in cui sono in corso processi di ridefinizione delle strutture politiche che influenzano la natura democratica o autoritaria del paese e influiscono sulle possibilità di quei paesi di democratizzarsi. Detti studiosi forniranno un breve resoconto della situazione della democrazia e della democratizzazione nelle aree di loro competenza per affrontare poi collettivamente un’analisi comparata dell’evoluzione della democrazia e del processo di democratizzazione internazionale alla luce delle trasformazioni da loro evidenziate.
Alla tavola rotonda, che sarà tenuta in italiano, ma in cui sarà possibile porre domande in inglese. parteciperanno i seguenti relatori
Mara Morini, Università di Genova
Barbara Onnis, Università di Cagliari
Rosita Di Peri, Università di Torino
Chairs: Elena Baracani, Roberto Di Quirico