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Convegno 2023

14-16 Settembre 2023

Sezioni Convegno SISP 2023

Per il prossimo Convegno SISP sono state istituite 14 Sezioni, di cui 11 Sezioni ordinarie abbinate ad altrettanti Standing Groups e 3 ‘Sezioni Jolly’ selezionate dal Comitato Direttivo SISP sulla base di un’apposita call.

Tale elenco potrà essere modificato dal CD su base biennale tenendo conto del consolidamento di alcune tematiche emergenti nella disciplina. 

Le 3 Sezioni Jolly hanno l’obiettivo di coinvolgere maggiormente anche quegli Standing Group che non hanno una propria Sezione di riferimento, oltre che il Comitato organizzatore locale.

Coordinatori: Andrea Cassani e Luca Tomini

The Standing Group “Political regimes” of the Società Italiana di Scienza Politica (SISP, Italian Society of Political Science) gathers together researchers who, starting from different perspectives (e.g. comparative politics, political theory, area studies) and based on a plurality of methodologies (both quantitative and qualitative), study democratic and non-democratic regimes, global and regional trends of democratization and autocratization, and the processes of regime change, including their determinants and possible consequences.

For the 2023 edition of the SISP Conference, this section welcomes panels aimed to investigate the institutional changes that both consolidated democracies, autocracies and hybrid regimes have recently experienced (or are experiencing) in different world regions. Within this admittedly broad framework, we encourage the submission of panel proposals addressing one or more research topics from the following non-exhaustive list:

– The comparative study of democratic and non-democratic regimes, with a focus on both institutions, public policies, and socio-economic performance;
– The analysis of the various phases of the processes of regime change, such as democratization, autocratization, and other kinds of regime transition and transformation;
– The analysis of the impact of the processes of regime change and transformation on public policies and development;
– The analysis of the quality of contemporary democratic regimes in light of the challenges that they have recently faced;
– The examination of the functioning of contemporary authoritarian regimes and of their survival strategies;
– The study of the phenomenon of democratic resilience and the strategies of resistance against autocratization;
– The investigation of the sub-national and supranational dimensions of democratization and autocratization”

Coordinatori: Diego Giannone e Damiano Palano

La Sezione di Teoria Politica intende raccogliere proposte per panel e paper che cerchino di riflettere, in senso generale, sul ruolo, i metodi e il contributo della teoria politica nella scienza politica. La complessità dei fenomeni politici contemporanei, a livello nazionale, sovranazionale e internazionale, incoraggia sempre più il ritorno a modelli e approcci teorici in grado di classificare, comprendere, spiegare e descrivere un’epoca di profonde trasformazioni. In altre parole, si ripropone la centralità dei concetti e della loro costruzione. Inoltre, l’orientamento storico del campo della teoria politica favorisce la comprensione di come astrazioni, questioni e problemi si siano sviluppati nel tempo.
Il contributo della teoria politica alla scienza politica appare quindi un ambito essenziale, sia per il suo intrinseco potere euristico, sia per la possibilità di favorire un proficuo incontro tra modelli e “concettualizzazioni” della politica, da un lato, e approcci empirici e metodologie qualitative e quantitative, dall’altro.
In questo senso, i fenomeni politici contemporanei possono essere riletti e interpretati attraverso la lente della teoria e dello sviluppo concettuale, aspetti fondamentali – come ci insegna Sartori – per la scienza politica. Una possibile intersezione che comprende, a titolo esemplificativo, concetti e categorie chiave del pensiero politico, tra cui – ma non solo – la libertà, l’uguaglianza, la teoria e la pratica della rappresentanza, i tipi di democrazia, lo Stato, l’ideologia, la tecnocrazia, il nazionalismo, il populismo, la natura dell’Unione Europea, la cittadinanza, i regimi politici delle istituzioni internazionali e il loro ruolo, o le questioni della guerra e della pace. Inoltre, un ripensamento del contributo degli approcci classici alla politica alla comprensione dei fenomeni politici sembra oggi imperativo. Si pensi, ad esempio, al continuo contributo del realismo, alla crisi del (neo)liberalismo, al marxismo (ad esempio in relazione allo Stato), al costruttivismo sociale o agli approcci postcoloniali.
La sezione incoraggia quindi proposte di panel e paper che mettano in evidenza il ruolo critico della teoria politica nella scienza politica. Ad esempio, le proposte potrebbero includere:
– i concetti chiave della teoria politica (“politica”, “potere”, “rappresentanza”, “legittimazione”, “democrazia”, ecc.)
– la ricostruzione storica e la genealogia di particolari concetti o teorie;
– i modelli teorici “macro-politici”;
– i metodi di costruzione dei concetti;
– le relazioni tra la teoria politica ad orientamento empirico e le tradizioni del pensiero politico e della filosofia politica;
– il rapporto tra teoria politica e metodi di ricerca;
– la rilevanza dei “classici” del pensiero politico (antichi, moderni e contemporanei) per la ricerca nelle scienze politiche;
– Aree e temi orientati all’empirismo. Ad esempio, tecnocrazia, populismo, crisi della democrazia.

Coordinatori: Elisabetta De Giorgi e Andrea Pedrazzani

Il modo in cui funzionano le democrazie rappresentative contemporanee viene spesso interpretato come una catena di deleghe che collega i cittadini al sistema politico. Lungo la sequenza di deleghe, i cittadini trasferiscono poteri decisionali ai rappresentanti eletti nelle assemblee legislative e ai membri dell’esecutivo. In questo schema, i detentori di cariche pubbliche sono resi responsabili nei confronti dei cittadini attraverso una varietà di meccanismi, con un ruolo di primo piano per i partiti politici specialmente nei sistemi parlamentari. Le studiose e gli studiosi che si rifanno a tale quadro concettuale tendono a privilegiare oggetti di ricerca come la qualità della rappresentanza elettorale, il grado di congruenza politica tra cittadini ed élite politiche, il funzionamento delle istituzioni politiche di vertice e la natura dei rapporti tra esecutivo e legislativo. Accanto ad argomenti tradizionali come quelli elencati, è di recente cresciuto l’interesse per altri temi, quali le forme di rappresentanza di natura non elettorale. La presente sezione è dedicata sia ai temi più classici sia a quelli emergenti, e dà spazio ad analisi che possono essere articolate su molteplici livelli (subnazionale, nazionale e sovranazionale). Sollecitiamo la presentazione di panel che esaminino il rapporto tra cittadini e parlamentari, i percorsi di carriera politica dei rappresentanti, il comportamento degli eletti, l’organizzazione interna dei parlamenti, le questioni dibattute in parlamento, il processo legislativo, i rapporti tra esecutivo e legislativo, il governo e le forme di rappresentanza non elettorali. Sono graditi anche i panel sulle conseguenze delle varie crisi – le crisi economiche, l’emergenza migratoria, la crisi sanitaria, la guerra in Ucraina – che hanno investito le democrazie europee negli ultimi anni. I panel di questa sezione possono concentrarsi sul sistema politico italiano oppure adottare un approccio comparato.
Si accettano panel che trattino i seguenti argomenti, da non ritenersi comunque esaustivi.

Cittadini e parlamentari
La rappresentanza politica è un concetto particolarmente complesso e multidimensionale, in quanto i politici possono connettersi ai cittadini in molti modi. I parlamentari, infatti, rappresentano i cittadini non solo attraverso le proprie attività nel collegio elettorale e l’impegno a garantire risorse a favore di quest’ultimo, ma anche mostrandosi ricettivi alle opinioni degli elettori. Per questo motivo, lo studio della corrispondenza attitudinale tra cittadini e politici costituisce tuttora un tema importante per le studiose e gli studiosi interessati alla rappresentanza. L’analisi della congruenza politica tra elettori e rappresentanti è un filone di ricerca particolarmente promettente alla luce delle crisi che hanno recentemente colpito le democrazie europee.

Carriere politiche
Le politologhe e i politologi italiani hanno dedicato un’attenzione considerevole allo studio delle carriere politiche. Molto è cambiato dai giorni in cui Giovanni Sartori analizzava le caratteristiche biografiche dei parlamentari italiani. La disponibilità di nuovi dati online su parlamentari e titolari di incarichi esecutivi nelle istituzioni locali, regionali, nazionali e sovranazionali apre nuove opportunità per studiare le traiettorie di carriera in molteplici arene istituzionali.

Comportamento legislativo
Il comportamento degli eletti in parlamento è stato spesso analizzato allo scopo di indagare le dinamiche intra-partitiche e/o gli incentivi derivanti dal sistema elettorale. Due innovazioni stanno rivitalizzando gli studi che riguardano il comportamento dei parlamentari: da un lato, i nuovi dati sulle attività legislative e non legislative e una serie di sviluppi metodologici hanno aperto possibilità pressoché illimitate per le ricercatrici e i ricercatori; dall’altro, si è sviluppato un acceso dibattito sui fattori che influenzano il comportamento legislativo. La classica divisione tra coloro che guardano alle norme e ai valori sociali e coloro che considerano i politici come attori puramente razionali ha lasciato il posto a uno sforzo più costruttivo per capire come interagiscano la logica dell’appropriatezza e la logica della consequenzialità.


Organizzazione interna dei parlamenti
Lo studio dell’organizzazione interna del parlamento ha una lunga tradizione in Italia, soprattutto per quanto riguarda le peculiarità del bicameralismo italiano e il ruolo delle commissioni legislative. Tuttavia, questo tema merita ulteriori approfondimenti. Poiché le assemblee legislative sono entità che si evolvono nel tempo, è necessario aggiornare le analisi comparative già esistenti in letteratura, in cui sono stati messi a confronto diversi sistemi politici. Inoltre, il caso italiano offre una serie di argomenti estremamente interessanti da affrontare, come ad esempio gli effetti delle revisioni apportate nel tempo ai regolamenti parlamentari, l’evoluzione del ruolo delle commissioni legislative (un tempo così potenti), e l’impatto della recente riduzione del numero dei parlamentari sul funzionamento del bicameralismo.

Issue-politics in parlamento
Secondo la letteratura sulla issue-competition, i partiti politici competono enfatizzando le questioni su cui godono di un vantaggio rispetto ai loro avversari. Se la issue-competition è stata originariamente studiata analizzando i programmi elettorali, lavori più recenti hanno iniziato a fare luce su come e perché i partiti distribuiscano l’attenzione tra i vari temi, mentre svolgono il loro ruolo di rappresentanza in parlamento tra un’elezione e l’altra. Lo studio del contenuto di interrogazioni parlamentari, disegni di legge, leggi, decreti e interventi orali è diventato uno dei modi più promettenti per osservare queste dinamiche al di là del contesto elettorale.

Processo legislativo
Come messo in evidenza da un programma di ricerca ampio e in continua crescita sul policy-making nei sistemi multipartitici, l’arena legislativa è principalmente il luogo in cui i membri delle coalizioni di governo sviluppano modalità di convivenza reciproca e raggiungono compromessi sulle politiche. La disponibilità di un enorme volume di dati online sui processi e gli output legislativi consente alle studiose e agli studiosi di approfondire diversi argomenti in quest’ambito, adottando disegni di ricerca con un numero di casi molto elevato. Alcuni esempi sono l’analisi delle dinamiche di cooperazione, competizione e conflitto tra gli attori (appartenenti al governo e/o all’opposizione), lo studio delle conseguenze della frammentazione in parlamento, l’analisi di come preferenze diverse nelle due camere possano plasmare gli esiti legislativi, e l’esame della produzione legislativa in tempo di crisi.

Rapporti tra esecutivo e legislativo
A partire dall’inizio del 21° secolo le democrazie europee sono state scosse da diverse crisi, come la Grande Recessione, la crisi migratoria, la pandemia da COVID-19 e la guerra in Ucraina. Mentre i primi due shock hanno modificato i contenuti della competizione politica e aumentato la polarizzazione, si ritiene che l’emergenza sanitaria possa avere alterato radicalmente l’equilibrio tra parlamenti e governi. La necessità di affrontare la pandemia ha comportato un’espansione delle prerogative degli esecutivi a scapito dei meccanismi di responsabilità, intaccando i poteri di controllo delle assemblee rappresentative e la loro capacità di formulare le politiche. Tuttavia, alcuni segnali indicano che i parlamenti hanno saputo reagire, a volte anche innovando le proprie procedure organizzative e decisionali. Quanto alla guerra in Ucraina, il suo possibile impatto sui rapporti tra esecutivo e legislativo non è ancora stato adeguatamente affrontato in letteratura.

Il governo
Oltre ad essere centrali nel processo decisionale in tempi normali (specialmente nelle democrazie parlamentari), i governi svolgono un ruolo di primo piano nella gestione delle crisi. Sebbene argomenti come il ciclo di vita degli esecutivi e l’output dell’attività di governo siano stati estesamente studiati nella letteratura comparata, molti aspetti relativi alla sfera governativa devono ancora essere esplorati. Ad esempio, la fase di governance ha ricevuto molta meno attenzione rispetto alle fasi della formazione e della fine del governo. Inoltre, le nostre conoscenze possono essere ampiamente migliorate riguardo al grado di continuità/discontinuità che si osserva a livello di personale ministeriale passando da un governo al successivo. Anche il ruolo dei tecnocrati e delle competenze tecniche nei processi decisionali deve essere ulteriormente studiato, soprattutto nel contesto delle recenti crisi.

Forme di rappresentanza non elettorali
Coloro che si occupano di teoria politica hanno recentemente sottolineato che una relazione rappresentativa può emergere anche al di fuori del contesto elettorale. Esiste una relazione rappresentativa ogni volta che qualcuno afferma di parlare o agire per conto di qualcun altro, a condizione che tale affermazione sia accettata dal pubblico a cui ci si riferisce. La rappresentanza di natura non elettorale è molto comune nei sistemi democratici: i movimenti sociali e coloro che si “autoproclamano” rappresentanti agiscono tipicamente allo scopo di difendere una causa senza avere ricevuto un mandato in tal senso. La rappresentanza non elettorale può contribuire alla correzione di alcuni limiti delle tradizionali istituzioni rappresentative e arginare in maniera preventiva il rischio che le autorità politiche esercitino un potere egemonico.

Coordinatori: Rossana Sampugnaro e Fabio Bordignon

La sezione invita a proporre panel che affrontino il tema della comunicazione politica nei suoi molteplici aspetti, avvalendosi di una pluralità di approcci teorici e metodi empirici.

Forse mai come in questa fase, le sfide che sistemi politici si trovano ad affrontare su scala globale si intrecciano con la sfera della comunicazione. La sempre più marcata sovrapposizione tra logiche mediatiche e logiche politiche è da tempo un elemento caratterizzante le traiettorie dei regimi rappresentativi, e suggerisce una delle prospettive più fruttuose per esaminare le tensioni che si sviluppano al loro interno. La pandemia, la crisi migratoria e quella russo-ucraina, oltre a mettere ulteriormente sotto stress i sistemi democratici, hanno reso ancora più evidente i nodi problematici del rapporto tra informazione e dis-informazione. Nel frattempo, l’evoluzione tecnologica e i processi di digitalizzazione, innestandosi sulle dinamiche di lungo corso di mediatizzazione della politica, ridisegnano ulteriormente le nuove frontiere degli studi sulla comunicazione politica. Nello specifico del caso italiano, il passaggio delle Elezioni politiche 2022 ha posto gli studiosi di comunicazione politica di fronte al fatto inedito di una campagna elettorale “compressa” nella stagione estiva. Alla luce degli eventi e delle trasformazioni citate, sono benvenuti sia contributi che offrano spunti di riflessione negli ambiti di indagine più tradizionali, sia contributi che rendano conto dei nuovi fenomeni di frammentazione, decentralizzazione e dis/re-intermediazione della comunicazione politica a livello locale, nazionale e internazionale.

I panel proposti dovranno essere riconducibili alle seguenti aree di indagine e ricerca:

– la comunicazione pubblica e istituzionale;
– la comunicazione elettorale e la conduzione delle campagne;
– i media e la partecipazione politica;
– la globalizzazione della comunicazione politica;
– gli effetti dei media su cittadini e sull’opinione pubblica;
– il legame tra sistemi politici e media;
– il rapporto tra politica e giornalismo;
– la comunicazione politica in tempo di guerra;
– la crisi migratoria e la sua narrazione;
– la comunicazione politica e la comunicazione scientifica (nell’ambito delle crisi sanitarie);
– il ruolo dei social network;
– i metodi e le tecniche di raccolta ed elaborazione dei dati negli studi sulla comunicazione;
– la retorica e le narrazioni della politica;
– la personalizzazione della politica e la leadership;
– la popolarizzazione della politica e la celebrity politics;
– i media digitali e le nuove forme di azione politica;
– disinformazione e fake news;
– l’inciviltà politica e l’hate speech;
– la governance dei media digitali;
– le opportunità e le sfide poste dall’evoluzione dell’intelligenza artificiale;
– le sfide della ‘platform society’;
– il costituzionalismo digitale.

La sezione è disposta a prendere in considerazione anche proposte su ulteriori argomenti relativi all’ambito della comunicazione politica.

I panels possono presentare contributi sia di taglio teorico sia di analisi empirica. Dal punto di vista metodologico, sono accolti approcci di ricerca di tipo sia qualitativo sia quantitativo nonché contributi basati su disegni di ricerca mixed-methods. Inoltre, sono particolarmente incoraggiate le proposte di panels che presentino una prospettiva comparata. I panel e i paper potranno essere in lingua italiana oppure (del tutto o in parte) in lingua inglese.

Coordinatori: Manuela Caiani e Giuliana Sorci

The section welcomes and invites panel proposals about the transformations that affect social movements and grassroots political participation in recent years. With the advent of economic crisis linked to the pandemic and the war in Ukraine, a crisis of conventional forms of political participation has been spreading, together with a general growth of grassroots political participation and the crisis of representative democracy.
New waves of mobilizations against the politics of containment of the pandemic did spread both in Europe and beyond, transforming the global squares in protest arenas for social movements. These new insurgencies featured both the emergence and re-emergence of various kinds of old and new collective actors: with a new protagonism by anti-gender and anti-progressive movements – like those being present in some Eastern European countries (Poland and Hungary), who support the limitations to abortion rights and women reproductive rights (greatly weakening their self-determination) and of the rights of the LGBTQ+ community, that becomes a target of discriminatory politics by nationalist and reactionary governments. Movements against Covid certification and vaccines that have thrived upon the transversal participation of right- and left-wing social movements fringes, and of parties and movements of clearly populist character. Environmental justice movements pouring into the global squares against climate change; the trans-feminist movements which organized mobilizations against gender violence suffered by women on a transnational scale.
New mobilizations and new transformations of forms of collective action, and new repertoires, identities, solidarities emerged – also linked to the use of digital media and social networking platforms, that allowed movements to organize and spread their claims. At the same time, also forms of polarization from below (e.g., pertaining to vaccines, hate speech, conspiracy theories and fake news). Resort to social networking platforms by activists and citizens, that also resulted in proliferation of conspiracy theories and fake news about the causes of the origin of the pandemic, the production of vaccines and the war in Ukraine that became viral on social networks. While policy makers often react with “emergency measures” to crises, social movements refuse the emergency narrative proposed by power holders, recalling to the structural nature of such crises, and trying to overturn the perception of the irreversibility of the events. Thus, while social movements defend rights that are perceived as at risk, they also suggest other possible solutions and narratives, building networks based on mutual trust and solidarity. Current times are characterized by the effects of Covid-19 period, the war, the spread of illiberal governments, the climate change and socio-economic crisis. These are all circumstances that affect policy and politics, but they are also struggle fields, and opportunities for progressive social movements and counter-movements.
The section calls for the presentation of panels covering these themes, starting from empirical research reflecting the adequacy of theoretical and methodological tools that were used until now to analyse, understand and explain these processes. Contributes featuring a comparative analysis approach and a special attention to methodology, with mixed methods (qualitative and quantitative) approaches, will be well received.
This section aims to host panels with the goal of discussing the relation between social movements and traditional political actors (e.g., political parties, unions, associations), left- and right-wing social movements, the role of violence in political mobilizations, as well as the role of digital technologies in local, national and transnational mobilizations, and the social movements’ outcomes.

Panels are welcome, regarding:

– Local and transnational movements, spreading of protest
– Environmental and urban mobilization
– New and ‘old’ movements
– Movement-parties
– Methodological and conceptual challenges in studying movements and collective action in times of crisis
– Gender-related movements, anti-gender themes and feminism
– Political participation and new forms of digital activism
– Emotions and social movements
– Arts, politics and movements
– Prefigurative politics and movements
– Outcomes of social movements

Coordinatori: Laura Polverari e Marco Di Giulio

La sezione ospita panel sui fattori e le condizioni che favoriscono o inibiscono l’innovazione e l’apprendimento nelle democrazie in tempi di turbolenza. L’invito è a trattare temi trasversali che possono essere affrontati da molteplici punti di vista e dimensioni: le riforme, il rapporto pubblico-privato, il ruolo della scienza e delle nuove tecnologie, la valutazione, i diritti umani, il ruolo degli esperti, i big data, la sostenibilità sociale e ambientale.
In un’era di cambiamenti globali, come la crisi climatica, l’emergenza pandemica legata alla diffusione del Covid-19, le crisi geopolitiche e la trasformazione di consolidati equilibri internazionali, la capacità di programmare, implementare efficacemente e valutare l’impatto delle politiche e dei servizi sarà un importante metro di giudizio dell’intervento pubblico. Identificare e testare soluzioni innovative, implementarne e valutarne l’efficacia rispetto a problemi e bisogni vecchi e nuovi è ormai la sfida su cui si misura il successo e il fallimento delle politiche.
Per questo, la sezione ospita panels che guardino alle sfide della complessità che i governi e le comunità, ai vari livelli – locale, nazionale e sovranazionale – devono affrontare con riferimento alle politiche nazionali ed europee, primo fra tutti il Programma di ripresa e resilienza nazionale. Come il governo delle politiche e delle amministrazioni può fornire risposte credibili a nuove opportunità di programmazione e investimento? Un’attenzione crescente va al rapporto tra policy takers e policy makers, agli impatti – non sempre positivi – dell’azione di governo, alle potenzialità e ai limiti di nuove idee, strumenti, strategie e sistemi di governance e all’emergere di nuove forme di coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali. In questo senso, trasversalità, coordinamento e coerenza di policy rappresentano nuove sfide teoriche e metodologiche.
La sezione invita panel, workshop e tavole rotonde su temi che, seppure tradizionali, possano essere trattati con tecniche e da punti di vista innovativi. La sezione invita a riflettere su continuità e innovazione anche all’interno della policy analysis: sulle grandi sfide poste, ad esempio, dai big data e dall’uso dell’artificial intelligence (AI), sia agli stimoli provenienti da nuovi approcci, come la behavioural public policy e l’approccio sperimentale alla pubblica amministrazione che arricchiscono metodi e paradigmi più consolidati. Si invitano inoltre proposte sull’attuazione delle politiche devolute in un quadro di (eventuale) autonomia differenziata (D.L. 1 febbraio 2023); sulla digitalizzazione del settore pubblico e delle politiche (e.g. e-health); sul capacity building amministrativo, anche con riferimento al recruiting, alla gestione delle crisi e del rischio ed alla capacità di foresight; sulla direzione futura e i nuovi approcci teorici per lo studio delle politiche pubbliche e della pubblica amministrazione. Paper e panel che inseriscono l’analisi di esperienze italiane in un quadro comparativo saranno particolarmente apprezzati. Le proposte di panel e paper saranno ricevute sia in italiano che in inglese e ci si impegnerà al fine di organizzare almeno un panel in lingua inglese al fine di poter includere anche studiosi internazionali che non parlano italiano.

Coordinatori: Sonia Lucarelli e Emidio Diodato

La sezione mira a fare il punto della situazione e ad arricchire la conoscenza sulla trasformazione del sistema politico globale e invita panels e papers che esplorino da una prospettiva teorica e/o con analisi empiriche questa trasformazione, guardando alle continuità e ai cambiamenti nel e del sistema politico globale e alle loro implicazioni.
La sezione accoglie in particolare panels e papers che discutono le continuità e i cambiamenti nella struttura del sistema internazionale e le dinamiche di cambiamento, incluso l’emergere di nuovi cleavages, i processi mondiali e la de-globalizzazione, le dinamiche e le frammentazioni regionali; problemi e politiche globali, con particolare – ma non esclusiva – attenzione alle migrazioni, all’ambiente, al crimine organizzato transnazionale, alla cooperazione allo sviluppo, ai diritti umani e alle operazioni di pace; istituzioni organizzative, inclusa la loro riforma, l’ascesa di soluzioni multilaterali e la crescita di alternative regionali in competizione; attori, con attenzione all’ascesa degli attori non statali e alla reazione degli stati, ma anche all’interazione tra i sistemi politici nazionali e il sistema politico internazionale; ruoli, status e identità, in particolare delle potenze tradizionali e in ascesa, ma anche delle medie potenze; norme, regole, pratiche, ruolo delle alleanze, ideologie e religione; politica estera, diplomazia, studi regionali e di area; conflitti armati, uso della forza e culture della sicurezza, coalizioni e alleanze militari.
La sezione accoglierà anche panels e papers che trattano le sfide teoriche e metodologiche nello studio del cambiamento nelle Relazioni internazionali, con attenzione a concetti come anarchia, potere, sovranità, sicurezza, autorità, legittimità e fiducia.

 

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Coordinatori: Silvia Bolgherini e Fulvio Venturino

This section aims to include panels and papers focusing on the three areas corresponding to the interests of the Standing Group on Parties, Public Opinion, and Elections. Prospective panels and papers may revolve around local, national and supranational elections, be theoretically and/or empirically oriented, use survey and aggregate data as well as qualitative methods, focus on case studies or adopt a comparative perspective.
The following (non-exhaustive) list suggests some possible topics for contributions to the section’s activities.

1. Political Parties
A first and classical approach focuses on party systems, whose relevant aspects are, among others: format, level of polarization, electoral volatility, (de)institutionalization.
An alternative classical approach considers parties as organizations. Here the discussion on party models is pivotal, e.g. on the evolving and existing types of parties (electoral/catch-all party, cartel party, personal party, digital party and other more recent forms).
Another stream of research takes into account the role of the party membership, assessing the (usually declining) levels of involvement in parties’ life, the importance of militancy, and the types of incentives to encourage people to activism.
Appropriate for the section is also the study of party leaders as heads of their organizations and as vote drivers.
Examining public and private financial support to parties is, as well, a field of interest for the section.
Parties are primarily election-oriented organizations. Thus, all types of parties’ involvement in elections are pertinent topics for our section, including aspects of electoral supply and coalition-building strategies.
Finally, this section accepts contributions concerning parties in government dealing with, among others: party elites in parliaments and cabinets, careers patterns, sociological and political representation; institutional and decisional processes.

2. Public opinion
The section hosts contributions about the attitudes expressed by public opinion (also) in non-electoral times.
For instance, panels and papers could address citizens’ preferences toward policy issues at all territorial levels.
Another field of research welcomed in the section is the populist surge and its criticisms towards representative democracy.
Finally, contributions may revolve around ideological polarization affecting some segments of the citizenship.

3. Elections
The study of elections at all territorial levels is a major point of this section.
Elections in democratic and hybrid regimes may be discussed, for instance, by considering the management of the electoral process and the election quality.
The role played by the electoral rules may be considered from the point of view of the structure and the impact of the electoral system, or the regulations about candidacy and incompatibility.
Electoral campaign may be analyzed from the point of view of their financial rules, and access to media. The analysis of campaign strategies may concentrate on political communication, concern digitalization and the use of negative campaigning. Contribution on the electoral campaign effects may intend to answer the traditional question: “Do campaigns matter”?
The investigation of electoral behavior may address turnout, party choice, and sophisticated behavior such as strategic voting.
Voters’ attitudes towards democracy and studies on political efficacy are also pertinent topics for the section.
Contributions may also examine electoral drivers and cues, as in the case of economic voting.
This section also accepts contributions on sui generis elections, such as referenda and primaries.

 

Coordinatori: Giorgia Nesti e Stefania Ravazzi

The Section for Regional Studies and Local Policies promotes the research and analysis on the topics of sub-national politics, center-periphery relations, and local and regional public policies with the aim to stimulate the debate among scholars but also between academics and practitioners on the role of local communities and actors in solving complex policy challenges.
Local contexts are at the intersection of complex dynamics that merit to be deeply investigated from a political science perspective. Indeed, the 2008 economic crisis, climate change, ageing population, growing economic and social inequalities, the Covid-19 pandemic and health emergencies, natural disasters, the refugee crisis, and technological development have posed new and pressing challenges to sub-national governments.
The European Union is performing an increasing relevant role in defining the local agenda both at the regional and at the urban level. Regional policy still represents the EU’s main investment policy targeted to overcome territorial disparities. But old and new policy problems and, in particular, the green, digital and demographic transitions may exacerbate existing inequalities and produce new ones. Cohesion policy aspires to help European regions and cities solve these problems, but it also calls them to adopt a placed-based approach fostering integrated territorial development, partnerships, and investments, and enhancing complementarities among other EU policies.
Moreover, the implementation of the National Recovery and Resilience Plan (NRRP), with its huge investments in several policy sectors, requires every level of the Italian public administration to be able to effectively, efficiently and transparently manage funding and interventions.
Regional and local authorities are, therefore, called to put in place collaborative arrangements between public administration and profit and non-profit actors, integrated policy approaches, and coordination processes between institutional levels, that require strategic administrative capacities which are in some respect underdeveloped in Italy.
Regions and Municipalities are also the primary locus of political participation. In Italy electoral turnout has been high for decades but the recent elections in the regions Lombardy and Lazio saw a dramatic increase in abstentionism. And many commentators are wondering if this result is ushering a new season of distrust in traditional parties and in local governance. In the meanwhile, other forms of participation at the local level, like for instance volunteerism and civic associationism, are consolidating and new ones linked, for instance, to consumption, like solidarity purchasing groups or energy communities, are emerging.
Finally, an interesting topic in Italy in the academic debate about local politics is the re-launch of the debate on autonomy – an issue strongly supported by the League in Veneto and Lombardy but also by the Democratic Party in Emilia-Romagna. After the consultative referendum in 2017 the draft law by Senator Calderoli on differentiated autonomy is going to raise a sharp debate about solidarity among territories, reallocation of competences and powers among institutional levels and related potential conflicts, administrative capacities, and citizens rights.
Against this backdrop, a deep knowledge of local political dynamics, policy processes, actors’ relationships, and policy tools is particularly urgent, for both policy-makers and academics, in order to solve present and future complex challenges.
The Section invites proposals for panels and round tables, in Italian and English, that address issues related to local politics, local policies and local governance, in a national and/or comparative perspective, adopting a theoretical or a qualitative and/or a quantitative empirical approach.
A list of possible – but not exhaustive – research topics is the following:

The study of single or comparative case studies of policymaking in urban policy areas – such as environmental sustainability, housing, mobility, care, education, commerce, tourism, etc. – in their substantive components: agenda-setting, formulation, implementation analysis, and impact assessment.
The analysis of emerging policy problems at the local level, of their potential impact on local communities, the challenges they pose to local policymakers, and the solution adopted to cope with them by local actors.
The analysis of urban policies from a multi-level governance perspective with a particular focus on the type of relationships that could emerge among different institutional actors and the threats and opportunities engendered by multi-level settings.
The study of policy-design and the description and analysis of policy tools adopted by local policy-makers to implement urban policies aimed at addressing complex social, economic, and environmental challenges.
Innovation in local policy-making processes and the adoption of innovative and experimental approaches to policy formulation and implementation, including devices and processes of policy and services co-design and co-production among different actors, creative conflict management processes and deliberative practices.
The development of crisis governance from a multi-level and decentralized perspective in urban policy areas, the role of local policy actors and political leaders in crisis management and in prevention and recovery policies.
Local institutional reforms, from processes of territorial rescaling and reorganization of peripheral units in various public administration sectors (e.g. health, education, local public services) to local government reforms.
The description of mechanisms adopted to select the local political class, the description and analysis of the characteristics of the elected political class the analysis of the outcomes of electoral competitions, of party dynamics emerging between the local and the national level, of vote behavior at the local level, the description and analysis of council formation processes.
The debate about differentiated autonomy and its potential impacts on the redistribution of competences between Regions and Municipalities, on institutional capacities, and on national cohesion.
The study of political participatory dynamics at the local level with particular reference to membership in regional parties, adhesion to social movements, civic activism, volunteerism, and associationism.
The analysis of local public administration characteristics and administrative capacities, and their appropriateness to cope with old and new policy problems, to manage multi-level policies, and to implement NRRP interventions.

Coordinatori: Alessia Damonte e Federica Genovese

The SISP Section on Methods for Political Science is home to proposals delving into any aspect of empirical methodology.
It welcomes submissions about issues in, and applications of, concept analysis, measurement, computational techniques, modeling, research design, causal inference, and theory development and testing, regardless of their innovativeness.
Applications can discuss either single- or multi-method strategies in any substantive subfield of political science and cognate disciplines.
Proposals that improve the dialogue among frequentist, logical, Bayesian, or radically subjectivist approaches to empirical knowledge are encouraged.
The Section also welcomes discussions on replicability, Open Science and the FAIRification of political data, and teaching methods for political scientists.
Besides, proposals that address the Conference theme, and proposals with ties to other Sections are especially welcome.
The Section will consider proposals for individual papers and posters as well as complete panels, roundtables, and open workshops.

 

Coordinatori:  Edoardo Bressanelli e Igor Guardiancich

Scholars have described the period that began in the second half of 2008 – when the economic and financial crisis hit the EU – as the “poly-crisis” or “perma-crisis” of the Union. Starting with the Eurocrisis, moving on with the migration and refugee crisis, the long-process of withdrawal of the UK leading to Brexit, and finally the COVID-19 pandemic, the EU has been confronted with a dramatic string of unprecedented events. While the EU has managed to navigate through the storm, the crises have fuelled support for anti-EU and populist parties, contesting the EU and its policies sometimes from the highest executive office in some Member states.
The implementation of Next Generation EU to boost post-pandemic recovery and the strategic and policy responses to counter the Russian invasion of Ukraine are possibly the biggest challenges that the EU is currently confronted with. Besides, the EU is also dealing with both long-standing and newer issues, such as the respect of its fundamental values by member countries like Hungary or Poland; post-Brexit arrangements with the UK and specifically the issue of the border between the Republic of Ireland and Northern Ireland; the energy crisis following the sanctions on Russia with their cross-policy impact; the reform of economic governance which may eventually come to light.
The five-year cycle which started in 2019 – with, for the first time, the absence of an absolute majority between the centre-right (the group of the European People’s Party) and the centre-left (the Socialists and Democrats) in the European Parliament – is also nearing its conclusion, and the EU will soon renovate its Parliament – strongly shaken by the Qatar-gate and corruption scandals investing some members and staff – and ‘elect’ a new President of the Commission in the early summer of 2024. There is some uncertainty over the Spitzenkandidaten process, which was successfully introduced in 2014 but already abandoned in 2019, and the reform of the electoral law for the EP elections, introducing transnational constituencies.
Despite these serious, we could call them ‘quasi-existential’ setbacks, it has to be, however, stressed that the mistakes that had been made in the aftermath of the sovereign debt crisis – for example the rushed endorsement of the doctrine dubbed “expansive austerity” – and which have done so much harm by alienating voters and governments, thereby fundamentally shaking the foundations of the European project of shared prosperity, have not been fortunately repeated. Above and beyond the ‘Hamiltonian moment’ represented by the relatively solidaristic answer to the challenges of the pandemic or the recently approved gas price cap in response to Russian threats, a shift away from economic towards social Europe, that had started under the aegis of the Juncker Commission, has continued unabated under the Von der Leyen Presidency.
If a list of the market-correcting policies supplanting market-making ones is beyond the scope of this summary, as they range from ecological measures such as the European Green Deal to regulatory breakthroughs such as the Digital Markets Act, just a brief look at the social policy domain indicates that a number of initiatives have been pushed forward or are being debated that would have been inconceivable just five years earlier. Planned or definitive legislative acts, such as the Minimum Wage Directive, the Platform Work Directive, the setup of Individual Learning Accounts represent paradigmatic changes in the conception of what a European social model signifies and may influence its design and operation for decades to come. It is in the light of these contrasting developments that the ninth legislative period of the European Parliament needs to be assed.
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The main goal of this Section is that of analysing, interpreting and explaining, from a variety of angles and using different methodologies, the challenges impacting upon and the ensuing changes on the EU political system, both at the supranational level and in a multi-level governance perspective. The analytical focus is placed on the EU institutions, actors and public policies. In an illustrative fashion, the Section welcomes contributions exploring:
– the validity of theories of EU integration to explain the more recent changes in the EU political system;
– the assessment of the Europeanisation of the member states, in particular but not only Italy;
– intra-institutional dynamics, such as the reforms adopted by the European Parliament to tackle corruption and limit foreign interferences;
– inter-institutional dynamics and power-relationships between the European Council, the Council of the EU, the Commission and the EP;
– the run-up to the 2024 EP elections and the reform of the electoral law, the Spitzenkandidaten process and policies to protect the integrity of elections;
– the narratives about the EU in the media and in the public sphere;
– the current fractures between economic and social Europe and between market-making and market-correcting measures;
– the latest developments in the hottest policy fields, such as the labour market, social security and protection, energy capacity, environmental preservation, digitalization and its regulation etc.;
– the implementation and subsequent adaptation of the National Resilience and Recovery Plans;
– the tensions between the green transition and the need for energy security;
– the stepping up of security and defence coordination.

Coordinatori: Francesca Feo e Massimo Prearo

Negli ultimi vent’anni, il filone della scienza politica che si focalizza sulle questioni di genere – che ha assunto la denominazione, nel panorama internazionale, di gender and politics – si è aggiunto a pieno titolo ai suoi vari ambiti disciplinari ed ha assunto un’identità propria, separata dalle prospettive di genere assunte da discipline vicine, come la sociologia, la filosofia politica e l’economia, sebbene sempre in dialogo con esse. Gli studi diretti all’analisi del rapporto fra genere, sessualità e politica, anche in una prospettiva intersezionale, hanno permeato la scienza politica tutta, dalla teoria politica alla politica comparata, dalle relazioni internazionali alla comunicazione politica, muovendosi su approcci epistemologici diversi, utilizzando strumenti metodologici quantitativi e qualitativi.

In questo contesto, la promozione degli studi di genere nell’ambito della scienza politica italiana diviene una necessità, da un lato, per contribuire a colmare un vuoto di studi e ricerche sul tema che a lungo ha caratterizzato il panorama italiano, dall’altro, per favorire gli scambi e le relazioni fra studiose e studiosi italiani e internazionali che investigano questo argomento, e per fornire un punto di riferimento a giovani studiose e studiosi che scelgono di affacciarvisi.

Con l’obiettivo di continuare il lavoro cominciato al convegno del 2022, riproponiamo la sezione di “genere e politica” per il convegno 2023. La Sezione invita proposte di panel e paper che affrontino i temi legati alle questioni di genere, LGBT+ e intersezionalità dalla prospettiva specifica della scienza politica, estendendone e rinnovandone il campo. Fra i temi di interesse rientrano, in maniera non esaustiva:
● Questioni teoriche e metodologiche legate alla concettualizzazione e misurazione del genere nella scienza politica
● Rappresentanza politica e intersezionalità
● Partiti, parlamenti e governi
● Politiche di genere e politiche LGBTIQ+
● Approcci intersezioniali alle politiche pubbliche
● Politica della cura
● Genere e politiche del lavoro
● Genere, comunicazione e costruzione del discorso pubblico (online e offline)
● Movimenti sociali, attivismo e la politicizzazione del genere e della sessualità
● Violenza di genere online e offline
● Femminismo e democrazia
● Genere e accademia
● Genere e relazioni internazionali
● Genere e security studies

Lo Sezione promuove, inoltre, le interazioni e le collaborazioni con studiose e studiosi appartenenti a discipline vicine alla scienza politica (filosofia politica e del diritto, sociologia politica, economia, diritto), nella logica di un approccio interdisciplinare ai temi d’interesse, ma anche di apertura e contaminazione reciproca su temi caratterizzanti altre discipline.

Coordinatori: Marco Di Giulio, Marco Almagisti, Antonio Campati, Damiano Palano 

L’edizione genovese del convegno annuale della Società Italiana di Scienza Politica offre numerosi spunti per riflettere sulla storia della disciplina. Prima di tutto è l’occasione per ricordare la figura di Giorgio Sola, che ha portato la scienza politica in questo ateneo. Con il suo “Storia della Scienza Politica” Sola è ad oggi l’insuperato storiografo della disciplina, che ha arricchito anche con importanti contributi sulla teoria delle elites. Elitista era Pareto, anch’egli di origini genovesi, di cui ricorrono i cento anni dalla morte. Il 2023 è anche l’occasione per ricordare i 50 anni dalla costituzione della sezione “scienza politica” all’interno dell’AISP, il nucleo da cui qualche anno dopo, nel 1982, nascerà l’attuale SISP.
Sulla scia di queste ricorrenze, la sezione si propone di ospitare panels che riflettano sulla scienza politica in prospettiva storica, sulle sue origini, i classici e la loro attualità, le traiettorie evolutive dei principali dibattiti.

Coordinatori: Alessandra Russo e Sorina Soare

This Jolly Section seeks to contribute to enhancing the epistemic community engaged in innovative studies of post-Soviet countries and societies, questioning even the meaning of “post-Soviet” itself and reconsidering the way knowledge about the “post-Soviet” is produced and organized. Moreover, it intends to discuss the restructuring of the post-Soviet space, according to a multi-disciplinary discussion that could bridge the fields of Comparative Politics and International Relations, on the one hand, and Area Studies, on the other.
The section chairs welcome proposals for “conventional” panels as well as one or two round-tables possibly devoted to “teaching the post-Soviet field” and/or methodological controversies (data collection and problematisation, knowledge production and circulation in the aftermath of the war in Ukraine).
Possible themes for the panels include:
1) Overlapping institutions and projects in the Eurasian spaces: reflecting on the role of international and regional organisations
2) The enlargement of the Enlargement and the perspectives of a Wider Eastern Neighborhood
3) Regime stability, survival and successions in the framework of illiberal and hybrid political orders
4) Post-Soviet as the New Post-Colonial?
5) The War in Ukraine and the changing character of armed conflicts, political violence and security in the former Soviet area.