Sezione 1. Regimi Politici (Political Regimes). Chairs: Andrea Cassani, Luca Tomini
Sezione 2. Teoria Politica (Political Theory). Chairs: Alessandro Campi, Antonio Floridia
Sezione 11. Metodologia della ricerca (Research Methodology). Chairs: Luigi Curini, Vincenzo Memoli
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Sezione 1. Regimi Politici (Regimi Politici)
Chairs: Andrea Cassani, Luca Tomini
Nata in seguito alla fusione tra gli Standing Group Qualità della Democrazia e Cambiamenti di Regime, questa nuova sezione accoglie panel rivolti all‘analisi dei cambiamenti istituzionali che sia le democrazie più consolidate, sia le autocrazie, sia i cosiddetti regimi ibridi hanno recentemente sperimentato o stanno sperimentando. I panel dovranno cercare di mantenere un equilibrio tra un approccio alla ricerca di tipo empirico-comparato (sia esso qualitativo o quantitativo) e di tipo teorico-normativo. Se vi è la massima apertura allo studio di paesi appartenenti ad aree geografiche tra loro diverse, la sezione privilegia tuttavia proposte di panel focalizzate su fenomeni politici contemporanei (con riferimento cioè al periodo post-Guerra Fredda e, in particolar modo, al XXI secolo). All’interno di questa ampia cornice, proponiamo un elenco non esaustivo di temi di ricerca sui quali le proposte di panel indirizzate a questa sezione del Convegno SISP potrebbero orientarsi.
Un primo filone di ricerca ha come obiettivo lo studio comparato delle democrazie e delle non-democrazie. Queste ultime includono le autocrazie e i cosiddetti “regimi ibridi”, in cui elementi democratici – spesso solo formali o di facciata – e autoritari coesistono. L’attenzione si concentra sia sulle istituzioni politiche formali e informali che contraddistinguono (o talvolta rendono simili) queste forme di regime, ma anche sulla loro performance socioeconomica e in diversi settori specifici delle politiche pubbliche.
Una seconda linea di ricerca riguarda invece i cambiamenti di regime politico. A tal riguardo, ai più consolidati studi sui processi di democratizzazione (le transizioni verso la democrazia) si è recentemente affiancata l’analisi dei processi opposti di autocratizzazione (le transizioni verso l’autocrazia). L’analisi dei cambiamenti di regime cerca di gettare luce sulle cause, le modalità, gli attori protagonisti (domestici ed esterni) e le conseguenze di tali processi di transizione, così come del consolidamento dei regimi politici di recente instaurazione.
Un terzo filone si concentra sulle democrazie contemporanee e, in particolare, sulla qualità della democrazia in tali paesi. Studiare la qualità della democrazia significa analizzare il soddisfacimento delle aspettative dei cittadini (qualità dei risultati), il godimento da parte loro di libertà ed eguaglianza politica (qualità dei contenuti), e la capacità delle istituzioni di inverare i valori democratici (qualità procedurale). Altri temi, trasversali rispetto ai precedenti, includono la sostenibilità e l’adattabilità della democrazia di fronte alle sfide dell’epoca contemporanea – es. sicurezza, migrazioni, crisi (non solo) economiche, digitalizzazione – e l’emergere in tale contesto di forme “illiberali” o “difettose” di democrazia. Un quarto tema oggi molto rilevante riguarda invece le autocrazie contemporanee. Da un lato, si cerca di gettare luce sulla eterogeneità dell’universo della non-democrazia, aggiornando le tipologie esistenti e analizzando l’evoluzione di alcune forme di regime tradizionale. Dall’altro, si analizza approfonditamente il funzionamento di tali regimi per comprendere la loro capacità di sopravvivenza e di adattamento (o resilienza), la loro abilità nell’utilizzo delle nuove tecnologie di comunicazione e di informazione, la crescita del potere geopolitico ed economico di alcuni di questi paesi, e con essa l’aumentata attrattività del loro modello di governance.
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Sezione 2. Teoria Politica (Political Theory)
Chairs: Alessandro Campi, Antonio Floridia
Nel ripercorrere nel 2011 la sua biografia accademica, Sartori scriveva: «la scienza politica ha lasciato cadere la relazione tra teoria e pratica, e si è concentrata unicamente sulla relazione tra teoria e ricerca (…) la teoria si è atrofizzata e trasformata nel semplice disegno di ricerca, la ricerca stessa è diventata un fine in sé, la domanda ‘scienza per cosa?’ è stata ignorata e, alla fine, poco è rimasto al di là della operazionalizzazione, della quantificazione o del trattamento statistico di una mole perennemente crescente di dati». Nel testo Sartori si riferiva agli Stati Uniti, ma sembra la fotografia dell’Italia odierna dove la riflessione teorica sulla politica appare sempre più schiacciata tra una scienza politica ossessivamente empirica e una filosofia politica puramente speculativa.
Nella convinzione che elaborazione teorico-concettuale e indagine empirica si sostengano e arricchiscano vicendevolmente, scopo di questa Sezione è provare a sollecitare una riflessione (critica) attorno ai fondamenti, agli assunti e ai principali temi della scienza politica contemporanea. In particolare, ma non esclusivamente, sono benvenute tutte quelle proposte che intendano mettere in discussione gli approcci epistemologici e metodologici prevalenti nella disciplina. Esiste una scienza politica o all’interno della disciplina è possibile individuare (e far convivere) approcci di ricerca diversi, anche se non necessariamente alternativi l’uno all’altro?
Allo stesso tempo, si sollecitano contributi sui concetti fondamentali della scienza politica, a partire da tematiche che, pur restando centrali, non sembrano suscitare più il dovuto interesse o l’attenzione dei ricercatori: dal concetto stesso di “politica”, comprese le sue più recenti mutazioni, a quello di “sovranità”, soprattutto se collegato alle trasformazioni della democrazia e della teoria democratica; dal tema a sua volta classico del “potere” a tutta una serie di parole-chiave o di termini (“consenso”, “obbedienza”, “partiti”, “conflitto”, “partecipazione”, “pluralismo”, “ordine”, “legittimità”, etc. ) che sono al cuore degli studi di scienza politica ma che spesso vengono dati per presupposti e non più indagati nei loro diversi significati dal punto di vista, appunto, teorico (anche alla luce delle profonde trasformazioni storiche nel frattempo intervenute).
In questo quadro, assume un ruolo centrale una rinnovata riflessione teorica sul concetto stesso di democrazia, sui diversi “modelli” che la qualificano (“rappresentativa”, “diretta”, “plebiscitaria”, “deliberativa”, “partecipativa”) e sulle relazioni, differenze o sovrapposizioni, che si possono individuare tra queste diverse idee o concezioni. Obiettivo dovrebbe essere quello di attrezzare adeguatamente una strumentazione teorica in grado di cogliere le trasformazioni delle democrazie contemporanee e di mettere a fuoco la tensione tra dimensione normativa e dimensione empirica che le attraversa. Uno spazio autonomo per la democratic theory può contribuire ad evitare il rischio che la scienza politica, talvolta surrettiziamente, si esaurisca in una classificazione empirica o meramente descrittiva delle forme o dei livelli di democrazia, o che la stessa “crisi della democrazia” divenga una locuzione vuota e sostanzialmente tautologica. Anche su questi temi si sollecitano proposte e interventi.
Sempre all’interno di questa cornice, una particolare attenzione andrebbe dedicata all’evoluzione della forma-partito e al concetto stesso di partito per come si è radicato nella tradizione politica contemporanea. Oltre a discutere le sue trasformazioni dal punto di vista funzionale e organizzativo, si tratterebbe cioè di riprendere la discussione teorica sul partito come forma, strumento, attore della lotta politica democratica e sui termini con cui oggi si pone, o può essere riproposta, la classica affermazione di Eric. E. Schattschneider: “modern democracy is unthinkable save in terms of the parties” Di particolare rilievo, in tale quadro, si presenta una riflessione teorica sul significato dei modelli ideal-tipici con cui si guarda comunemente alle trasformazioni dei partiti, con una critica all’approccio deterministico con cui, spesso, viene affrontato il tema della correlazione tra i mutamenti sociali e il loro “riflesso” sulla forma e la struttura dei partiti; e una critica alla visione lineare della successione storica dei vari modelli di partito. In particolare, – di fronte all’emergere di nuove classificazioni – ad esempio, il “partito piattaforma” – si tratta di concettualizzare correttamente la connessione causale e funzionale tra le nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione e il ruolo e la natura dei partiti e le loro dimensioni organizzative (leadership e membership) e politico-culturali (principi, idee, programmi).
Anche i concetti di “élite”, “oligarchia” e “classe politica”, tornati di attualità nel dibattito politico italiano, meriterebbe di essere sottoposti ad un’opera di ridefinizione concettuale, tenuto anche conto dell’importanza che essi hanno sempre avuto all’interno della tradizione italiana degli studi politici a partire dal primo Novecento (Mosca, Pareto, Michels).
Dal momento che l’originalità dal punto di vista storico del pensiero politico italiano – un pensiero che non si sovrappone linearmente a ciò che negli ultimi anni è stata chiamata Italian Theory, ma che comunque la comprende – è consistita soprattutto in una riflessione teorica sulla politica, sul potere, sulla società, si sollecitano altresì lavori e contributi dedicati a questa tradizione e ai suoi esponenti più significativi, con particolare riferimento all’arco temporale dall’Ottocento ai giorni nostri.
Particolare attenzione si vorrebbe inoltre riservare a panel che, in punto di teoria o di realizzazione empirica, sappiano valorizzare (oltre a discuterle criticamente) le crescenti – e a tutt’oggi ancor poco sfruttate – possibilità di integrazione della scienza politica con altre discipline ad essa più o meno contigue: dalle scienze cognitive alla psicologia sociale, dalla biologia all’economia politica ecc. Ma si sollecitano anche proposte finalizzate ad approfondire in che misura lo studio scientifico della politica possa arricchirsi dal confronto – sul piano metodologico e dei contenuti – con tutte quelle discipline che hanno a loro volta la politica come oggetto esclusivo o primario di interesse (Storia delle dottrine politiche, Filosofia politica, Sociologia politica, Storia politica ecc.). Infine, nella Sezione si vorrebbero promuovere panel interessati a ripercorrere il percorso teorico-scientifico di alcuni dei padri o esponenti di punta della disciplina scomparsi nel corso degli ultimi anni (Theodore J. Lowi, Robert Dahl, Juan J. Linz, Kenneth Waltz, Maurice Duverger, Giovanni Sartori, Peter Mair). i cui lavori continuano a rappresentare punti di partenza imprescindibili per l’analisi delle democrazie, dei regimi non democratici, degli equilibri internazionali, dei sistemi di partito, ecc. La storia della Scienza politica e degli autori che ne hanno segnato il cammino è anch’essa utile per arricchirne e prospettive dal punto di vista teorico e della ricerca.
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Sezione 3. Politica Comparata (Comparative Politics)
Chairs: Gianfranco Baldini, Elisabetta De Giorgi
La sezione accoglie e sollecita proposte di panel incentrate sia sui temi tradizionali della comparazione (classificazione dei regimi politici; processi di democratizzazione; crisi e/o trasformazioni delle democrazie; istituzioni politiche comparate; formazione, composizione e attività di governi e parlamenti; partiti e sistemi di partito; gruppi d’interesse; culture politiche; élite politiche e leadership) sia su qualsiasi altro tema di scienza politica trattato con metodo comparato sincronico e/o diacronico.
La scienza politica contemporanea dibatte vigorosamente su come i fattori materiali e quelli culturali stiano contribuendo a cambiare il carattere della politica contemporanea. In questo quadro, saranno particolarmente gradite proposte di panel dedicati ad approfondire cause e conseguenze delle sfide alla democrazia emerse nel corso dell’ultimo decennio, come ad esempio il rinnovato vigore del populismo, l’ascesa del concetto di democrazia illiberale e il rischio di deconsolidamento democratico. Rimanendo nel campo dei temi tradizionali, sono sollecitati contributi sia teorici che empirici relativi in particolare a:
la crisi/trasformazione delle democrazie rappresentative;
i rapporti tra l’Unione Europea e i sistemi politici nazionali, sia in un’ottica di multilevel governance sia in prospettiva intergovernativa;
i mutamenti che hanno interessato i partiti (organizzazione, funzioni, programmi, leadership) e i sistemi di partito di fronte alle sfide lanciate dal fenomeno “populista”, dal declino dei vecchi cleavages e dall’avvento nuovi attori politici;
la formazione, le competenze, il reclutamento delle classi politiche nelle democrazie contemporanee, nelle quali il “party-based professionalism” sembra sfidato dalle tecnocrazie e da varie tipologie di “outsiders”;
la formazione, la composizione, i programmi e l’azione degli esecutivi;
la trasformazione del ruolo e delle dinamiche di funzionamento delle assemblee rappresentative;
il rapporto tra gli attori del sistema politico e in particolare tra partiti e gruppi d’interesse;
il rapporto tra politica e amministrazione;
il ruolo specifico dei gruppi d’interesse e/o dei movimenti sociali nei sistemi democratici guardando alla loro funzione rappresentativa, alle risorse di cui dispongono e alla capacita d’influenza nel policy making.
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Sezione 4. Sistema Politico Italiano (Italian Political System)
Chairs: Francesco Raniolo, Filippo Tronconi
La sezione ospita proposte di panel inerenti qualunque aspetto del sistema politico italiano, anche analizzato in prospettiva comparata o diacronica.
Senza voler restringere il campo delle proposte, ma come esempi di temi attorno ai quali potrebbero aggregarsi vari contributi, ricordiamo lo studio della dinamica degli attori istituzionali, le trasformazioni del sistema partitico e della forma partito in tempi di personalizzazione della politica, le trasformazioni dell’arena elettorale e di quella legislativa, le politiche pubbliche, l’amministrazione pubblica a livello centrale e periferico, la vicenda delle riforme istituzionali, il ruolo gruppi di interesse, i mutamenti nell’opinione pubblica e nel comportamento elettorale, le innovazioni nella comunicazione e nel marketing politico ed elettorale, la politica locale e regionale, il processo di federalizzazione dello stato (o piuttosto la sua fine) e le conseguenze sul decision making ai vari livelli.
Nell’anno di numerose consultazioni elettorali a livello regionale e comunale, sono particolarmente benvenute proposte che analizzino i riflessi di tali elezioni e le trasformazioni della rappresentanza politica a livello nazionale o in prospettiva multilivello. Tali ambiti e temi potranno tener conto dell’impatto della Pandemia da Covid sul sitema politica italiano.
La sezione è aperta sia a panel tradizionali, organizzati secondo le regole del congresso SISP, sia a una o più tavole rotonde, basate su contributi più snelli e dialoghi tra studiosi, amministratori pubblici ed opinion makers, al fine di confrontare, a beneficio dei soci SISP, opinioni e domande di ricerca che emergono nel corso del dibattito pubblico con il patrimonio di conoscenze accumulato nella nostra disciplina.
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Sezione 5. Comunicazione Politica (Political Communication)
Chairs: Giuliano Bobba, Rossana Sampugnaro
La sezione invita a proporre panels che trattano la comunicazione politica nei suoi molteplici aspetti e che si avvalgono di una pluralità di metodi e approcci teorici. La comunicazione politica è in uno stato di continua evoluzione e si intreccia con le dinamiche e con la crisi della democrazia rappresentativa. Sono, pertanto, benvenuti sia contributi che offrano spunti di riflessione sugli ambiti di indagine più tradizionali sia contributi che rendano conto dei nuovi fenomeni di frammentazione, decentralizzazione e dis/re-intermediazione della comunicazione politica a livello locale, nazionale e internazionale. I panel proposti possono essere riconducibili alle seguenti aree di indagine e ricerca: la comunicazione politico-istituzionale; la comunicazione elettorale; i media e la partecipazione politica; la globalizzazione della comunicazione politica; gli effetti dei media sui cittadini e sull’opinione pubblica; il nesso tra sistemi politici e sistemi dei media; i rapporti tra politica e giornalismo; l’influenza dei network sociali; la riflessione sui metodi e le tecniche di raccolta e trattamento dei dati; la retorica e le narrazioni della politica; la personalizzazione; la popolarizzazione e la celebrizzazione della politica; i nuovi media e le nuove forme di azione politica; fenomeni come fake news e filter bubbles. I panel possono essere focalizzati su questi temi, ma la sezione è disposta a prendere in considerazione anche eventuali proposte su altri argomenti relativi all’ambito della comunicazione politica. I panels possono presentare contributi sia di taglio teorico sia di analisi empirica. Dal punto di vista metodologico, sono accolti approcci di ricerca di tipo sia qualitativo sia quantitativo nonché contributi basati su disegni di ricerca mixed-methods. Inoltre, sono particolarmente incoraggiate le proposte di panels che presentano una prospettiva comparata.
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Sezione 6. Partecipazione e Movimenti Sociali (Participation and Social Movements)
Chairs: Manuela Caiani, Alberta Giorgi
The section promotes panels for the study of the transformations of political participation and social movements (new actors, organizations and strategies) in a phase characterized by the financial and economic crisis, sharpened by the pandemic, and the profound changes in the political and social context in Europe and beyond (the ongoing process of European integration and globalization, digitalization, etc.). The economic crisis accelerates the processes of de-democratization at the national level and the detachment of people from traditional party politics, eroding the popular sovereignty and the socio-political foundations for conventional participation and decision-making processes in the mass liberal democracies.
If reflections on post-democracy are partly confirmed by empirical evidence, the predictions of an inevitable decline of civic engagement are refuted. In fact, political participation has found new forms of expression and channeling that have revitalized and transformed both the more traditional forms of participation and the more unconventional forms emerged in the sixties-seventies, especially those used by young people and women. Nevertheless, also new forms of non-progressive movements have (re) emerged (as the many right wing populist movements and extremist groups in several European countries as well as at the EU level, or the movements protesting against Covid-related restrictions), which raise the controversial question for scholars about the side effects of ‘bad social capital’ and how to study them. Waves of mobilizations have developed in recent years, both in Western countries (e.g. anti austerity movements) and in other contexts (e.g. the Arab Spring, Black Lives Matter), showing many elements that were already present in the processes of transnational mobilization of the past (e.g. the global justice movement). A new paradigm of collective action seems to gradually emerge with new forms of communication, multiple identities, different forms of coordination and resource mobilization, alternative practices and experimental democracy inside social movements.
In this context, an electoral democracy limited to a ritual of request for electoral consent to delegate the “professional politicians” and/or the so-called “technical” people to manage resources and problems of the state is largely inadequate. The issue of a participatory democracy emerges strongly, especially in times of economic crisis, with the growing importance of the movements that claims to be the true ‘representative’ of citizens’ demands. Also, science and experts are issues at stake in popular uprisings, directly addressing the issues of ‘technicality’ and ‘expertise’. Indeed, in a period of socio-economic and political crisis, left-wing political-institutional actors are absent or too weak and fragmented, and a growing space is left to the mobilizations and protests promoted by populist movements and parties. On the other hand, new urban and territorial movements have emerged, generating alternative discourses, performing new practices, and rethinking new types of relationship with the local state in seeking to answer social demands that neither the market nor the state have responded. In particular, these new mobilizations, claiming the “right to the city” and the right to the “commons”, oppose the continuous commodification of both urban and rural areas, the devastation of the territories and the dismantling of the welfare state system. To investigate not only the nature of the new forms of “resilience” and “resistance” practices, but also how they reflect the social, cultural and political transformations (e.g. their impact on the overall political, and often party systems) becomes therefore essential. Moreover, mobilizations against or in solidarity with migrants and on migration policies occur also together with the protests and struggles of resident migrants for their labor and life conditions.
The section hosts panels addressing these issues, starting from empirical research that reflect the adequacy of the theoretical and methodological tools until now used to analyze, understand and explain these processes. Panels with a comparative approach and giving a special attention to methodology will be welcome. At the same time, this section aims to host panels with the goal of discussing the relationship between social movements and traditional political actors (i.e. political parties, unions, associations), left wing and right wing social movements, the role of violence in political mobilizations, as well as the role of digital technologies in local, national and transnational mobilizations and the outputs of social movements.
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Sezione 7. Amministrazione e Politiche Pubbliche (Administration and Public Policy)
Chairs: Maria Stella Righettini, Marco Di Giulio
La sezione ospita panel sui fattori e le condizioni che favoriscono o inibiscono l’innovazione e l’apprendimento nelle democrazie. L’invito è a trattare temi trasversali che possono essere affrontati da molteplici punti di vista e dimensioni: le riforme, il rapporto pubblico-privato, il ruolo della scienza e delle nuove tecnologie, la valutazione, i diritti umani, il ruolo degli esperti, i big data, la sostenibilità sociale e ambientale. La sezione si interroga su quali siano le sfide della complessità che i governi e le comunità, ai vari livelli – locale, nazionale e sovranazionale – devono affrontare attraverso il governo delle politiche e delle amministrazioni per fornire risposte credibili a opportunità, domande e bisogni. La capacità di programmare, implementare efficacemente e valutare l’impatto sui beneficiari delle politiche e dei servizi sta diventando un importante metro di giudizio dell’intervento pubblico. Identificare e testare soluzioni innovative, implementarne e valutarne l’efficacia rispetto a bisogni vecchi e nuovi è ormai la sfida su cui si misura il successo e il fallimento delle politiche in un’era di cambiamenti globali, come la crisi climatica, l’emergenza pandemica legata alla diffusione del Covid-19 e la trasformazione di consolidati equilibri geopolitici. Un’attenzione crescente va al rapporto tra policy takers e policy makers, agli impatti – non sempre positivi – dell’azione di governo, alle potenzialità e ai limiti di nuove idee, strumenti, strategie e sistemi di governance e all’emergere di nuove forme di coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali.
In questo senso, trasversalità, coordinamento e coerenza di policy rappresentano nuove sfide teoriche e metodologiche. La sezione invita a proporre panel, workshop e tavole rotonde su temi che, seppure tradizionali, possano essere trattati con tecniche e da punti di vista innovativi. La sezione invita a riflettere su continuità e innovazione anche all’interno della policy analysis, rispetto sia alle grandi sfide poste, ad esempio, dai big data e dall’uso dell’artificial intelligence (AI), sia agli stimoli provenienti da nuovi approcci, come la behavioural public policy e l’approccio sperimentale alla pubblica amministrazione che arricchiscono metodi e paradigmi più consolidati.
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Sezione 8. Relazioni Internazionali (International Relations)
Chairs: Emidio Diodato, Carla Monteleone
Events in international politics have severely challenged some of the features of the global political system that were
set up after World War II, highlighting its ongoing transformation. At a time when transnational problems and non-
state actors have gained prominence, a new US Administration, the growing activism of states once called rising
powers, and the newly-found assertiveness of some middle powers at the regional level have all made challenges to
the existing institutions, coalitions, and norms more apparent. The section aims at taking stock and enriching
knowledge regarding the transformation of the global political system and invites panels and papers that explore from
a theoretical perspective and/or with empirical analyses this transformation, looking at continuities and changes in
and of the global political system, and their implications. This section particularly welcomes panels and papers
debating continuities and changes in:
– global problems and policies, and the governance of the ‘new normal’ in world affairs, with particular – but not
exclusive – attention to health, democracy and human rights, migration, the environment, transnational organized
crime, and peace operations;
– the structure of the system and dynamics of change, including the rise of new cleavages, worldwide processes and
de-globalization, and regional dynamics and fragmentations;
– organizational institutions, including their reform, the rise of minilateral solutions and the growth of competing
regional alternatives;
– actors, with attention to the rise of non-state actors and the reaction of states, but also to the interplay between
domestic political systems and the international political system;
– roles, status, and identities, notably of traditional and rising powers, but also of middle powers;
– norms, rules, practices, the role of alliances, ideologies and religion;
– cooperation, foreign policy, and diplomacy;
– competition, armed conflicts, use of force and security cultures (including the use of specific weapons, such as
nuclear and chemical weapons), coalitions, military alliances, and defense pacts;
The section will also welcome panels and papers dealing with theoretical and methodological challenges in the study
of change in IR, with attention to concepts such as anarchy, power, sovereignty, security, authority, trust and
legitimacy.
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Sezione 9. Elezioni e Comportamento di Voto (Elections and Voting Behaviour)
Chairs: Antonella Seddone e Fulvio Venturino
Contemporary democracies are under stress. The legitimacy of political elites and of political institutions has been undermined by growing popular distrust and dissatisfaction, questioning the very principle of political representation. Although public opinion criticisms tend to target all elites and institutions, political parties are framed as the main culprit and are blamed for their inability to meet citizens’ demands. Thus, they are no longer recognized as mediators in the relationship between citizens and politics and as instruments of political participation.
Comparative research has highlighted the predominance of the party in central office, and even more in public office, at the expense of the party on the ground. Party dis-intermediation has opened up a ‘representation vacuum’, boosting up new political actors promoting populist and antiparty claims. Moreover, the direct involvement of citizens in the decision-making processes is vocally requested. New digital media have provided novel means for citizens to express their demands, offering spaces for direct and continuous interaction between leaders and citizens.
Political leaders have also taken advantage of such opportunities, overtly exploiting new media. Yet, by prioritizing personalization dynamics, these processes could become detrimental to the collective dimension of political parties, increasingly perceived as obsolete and ineffective organizations, lacking authority in front of supranational economic-financial forces. The role played by the European Union has often reinforced this view.
Parties struggle both to aggregate societal demands and to enact effective policies when in government, with profound implications for political support and responsiveness. It would be misleading to interpret these phenomena merely as transient consequences driven by the globalization. Instead, they should be read as the result of a long-term process, whose effects (and causes) are more systemic and structural than it would appear.
We are witnessing a decrease in traditional loyalties and a growing electoral volatility, which seems to prompt the de-institutionalization of the party systems. This not only means that electoral outcomes are increasingly unpredictable, but also that patterns of government are uncertain and unstable.
Against this background, this section addresses issues related to electoral behaviour and public opinion from different perspectives.
The relationship between citizens and politics:
* Issue and leader voting, considering (a) the role of short-term factors in the vote choices, in contrast to (b) long-term factors such as social ties and political allegiances.
* The role of social media, understood as (a) communication arenas for parties and leaders; (b) new environments for interaction and construction of citizens’ opinions; (c) new arenas for political participation.
* The populist movements/parties and the citizens’ populist attitudes, clarifying (a) the systemic conditions that favour the success of populism; (b) the individual determinants of the support for populist parties; (c) citizens’ support for populist issues and dynamics of issue ownership.
* Euroscepticism and the changing attitudes of public opinion towards Europe, discussing (a) the role played by EU in defining domestic agenda; (b) parties’ and leaders’ strategies; (c) citizens opinions; (b) dynamics of politicization.
* The role of opinion polls in defining (a) parties’ and leaders’ strategies; (b) citizens’ voting behaviour, taking into account problems affecting the detection of citizens’ opinions; (c) new methods and tools for investigating citizens’ opinions.
Electoral rules, election campaigns and elections
* Election management, meant as the set of actions and practices related to the organization of elections (included procedural and logistic aspects).
* The politics of electoral system, identifying (a) the strategic incentives determining intra-party and inter-party competitive dynamics; (b) the candidates’ strategies; (c) the implications for the results of elections.
* The election campaigns, considering (a) the role played by new and mainstream media; (b) the visibility and tonality of leaders in media coverage and its potential impact on voting behaviour and leader evaluations.
* Methods of candidates’ and leaders’ selection and their consequences (a) at party level (intra-party conflict, personalization); (b) at parliamentary level (parliamentary cohesion, responsiveness); (c) on representation (characteristics of selected elites and potential renewal).
* Beyond voting behaviour, understanding the determinants of abstention.
* Voting dynamics and results of the regional and local elections.
* Economic voting, including (a) government approval and the electoral cycle; (b) the effects of the economic crisis on citizens’ electoral choice; (c) economically motivated parties’ reward and punishment.
Party organizations and their changes
* Party disintermediation and the organizational changes boosting a direct relationship between leaders and voters.
* Ideological change, by investigating (a) the relevance of left and right categories; (b) populism as a (thin) ideology; (c) policy mood.
* Reform of parties’ public funding and its impact on their organizations.
* Party membership and its changes in term of (a) multispeed membership; (b) intra-party democracy; (c) participation and activism.
* Party elites and the renewal of the political class.
* Personalization of politics and its consequences for party politics.
The suggested lines of research are merely indicative. Alternative proposals are equally welcomed. Comparative as well as single-case studies are also welcome, emphasizing that all proposals must be anchored to solid methodological and theoretical perspectives. Papers can be submitted in English or Italian.
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Sezione 10. Studi regionali e politiche locali (Regional Studies and Local Policies)
Chairs: Mattia Casula, Giorgia Nesti
La crisi economica del 2008, i problemi legati al cambiamento climatico, all’invecchiamento della popolazione, alla crescita delle diseguaglianze economiche e sociali, nonché la crescente sfiducia dei cittadini e delle cittadine nella capacità di risposta della politica, hanno posto nuove e pressanti sfide ai governi sub-nazionali. Tali sfide sono state ulteriormente esacerbate dalla diffusione della epidemia di Covid-19. Come evidenziato dal recente Barometro annuale regionale e locale dell’UE, infatti, il Covid-19 ha avuto un violento impatto economico sulle imprese, sul commercio e sul turismo, ha posto sotto stress i sistemi sanitari, sociali ed educativi, rafforzando le esistenti diseguaglianze e rendendo ulteriormente vulnerabili alcune categorie di persone. In questo contesto estremamente incerto, i processi di collaborazione e coordinamento tra livelli istituzionali, così come tra amministrazione pubblica e terzo settore, si sono rivelati estremamente complessi, ed hanno evidenziato la fragilità degli equilibri e degli assetti inter-istituzionali presenti nel nostro Paese. Muovendo da tale scenario, la sezione invita a presentare proposte di panel e di tavole rotonde, in italiano e in inglese, che affrontino in prospettiva nazionale e/o comparata il tema dell’impatto delle recenti crisi sui contesti locali, e che analizzino come tali crisi multiple abbiano modificato e stiano modificando la politica e le politiche locali e regionali e quali prospettive si prefigurino per regioni e comuni nella post pandemia.
Possibili – ma non esaustivi – temi di ricerca per panel e contributi sono:
L’impatto della pandemia Covid-19 a livello locale: analisi della governance della pandemia in prospettiva multilivello nei vari ambiti di policy; ruolo delle classi politiche locali e dei leader politici nella gestione della pandemia; prospettive future, ridefinizione dei paradigmi di sviluppo locale e sfide della ripresa nel post-Covid-19;
L’innovazione nella definizione e gestione delle politiche e nell’erogazione di servizi: adozione di approcci innovativi e sperimentali per la definizione delle politiche; co-produzione e nuove modalità di erogazione dei servizi; utilizzo di tecniche innovative di partecipazione pubblica e di consensus-building; analisi di casi empirici che illustrino le opportunità e i rischi connessi all’utilizzo delle nuove tecnologie, dell’intelligenza artificiale e del cd. “internet delle cose” da parte delle amministrazioni locali;
Gli esiti delle riforme istituzionali: analisi dei processi di riordino territoriale e di riordino delle unità organizzative periferiche in vari settori della PA (es. sanità, scuola, giustizia, servizi pubblici locali), anche in un’ottica di comparazione inter-settoriale, e valutazione preliminare della loro complessiva ‘tenuta’ di fronte alla crisi economica e all’emergenza sanitaria;
Le elezioni e la competizione partitica: analisi delle dinamiche e degli esiti della competizione elettorale su scala regionale e locale nelle elezioni amministrative più recenti; analisi dell’offerta politica; relazione tra dinamiche partitiche locali e nazionali;comportamento e partecipazione elettorale, identità locali, istanze autonomiste, euro-secessioniste e populiste; caratteristiche e temi della campagna elettorale; meccanismi di selezione delle candidature e di costruzione delle alleanze; processi di formazione delle giunte e caratteristiche della classe politica eletta, anche con riferimento alla rappresentanza di genere;
La governance multilivello: gestione delle politiche europee, utilizzo dell’approccio place-based e rafforzamento delle capacità amministrative della classe politico-amministrativa locale, con particolare riferimento alla politica di coesione, alla smart-specialisation, alla politica per lo sviluppo sostenibile, alla politica per la lotta al cambiamento climatico, all’attuazione dell’Agenda urbana dell’UE e dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile nei contesti locali;
Gli studi urbani: analisi delle politiche delle città, soprattutto in prospettiva comparata, con particolare riguardo a questioni quali l’ambiente, il trasporto pubblico, la mobilità sostenibile, l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, le politiche abitative, il gioco d’azzardo, il welfare locale, l’istruzione, la riduzione delle disuguaglianze e della polarizzazione sociale nei contesti urbani, l’integrazione urbano-rurale, lo sviluppo del territorio e l’urbanistica.
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Sezione 11. Metodologia della ricerca (Research Methodology)
Chairs: Luigi Curini, Vincenzo Memoli
L’attuale dibattito metodologico in letteratura vive una stagione di straordinaria vivacità, testimoniata dagli sviluppi di tecniche sempre più sofisticate per una più precisa inferenza causale; dalla discussione su potenzialità e limiti del disegno sperimentale e sulla sua traduzione configurativa e Booleana; dalle sfide poste dai Big Data per la ricerca sociale; dalla discussione sul rapporto fra impianto teorico, spesso formale, disegno della ricerca e metodi, fra standard quantitativi e qualitativi, fra diverse nozioni di causalità e il loro retroterra ontologico.
L’obiettivo di questa sezione di studio è favorire la discussione metodologica sulla ricerca teorica ed empirica e sugli usi creativi degli approcci esistenti, sia nella Scienza Politica sia in altre discipline. Lo scopo è richiamare l’attenzione sulle scelte di metodo degli studiosi attraverso uno scambio di idee che parta dalle singole esperienze di ricerca, coniugando panel e paper che condividano prospettive ed approcci diversificati.
Pertanto si invitano a presentare proposte di panel che affrontino le diverse fasi del processo di ricerca (dalla dimensione teorica ed epistemologica del disegno della ricerca; agli studi comparati; alle tecniche di analisi statistica dei dati). A tal fine, promuoviamo anche la partecipazione di candidati al dottorato e la discussione di ricerche in corso allo scopo di fornire elementi di riflessione sui lavori in itinere.
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Sezione 12. Politica e politiche dell’Unione Europea (Politics and policies of the European Union)
Chairs: Edoardo Bressanelli, Mattia Guidi
L’Unione Europea attraversa una fase prolungata di crisi, ed è messa duramente alla prova dalla gestione della pandemia e dalle sue conseguenze economiche, istituzionali e di policy. In aggiunta, l’uscita del Regno Unito e i nuovi rapporti con l’Ue post-Brexit rappresentano un’ulteriore sfida per il processo di integrazione. Gli strumenti messi in campo dall’Ue per fronteggiare la crisi economico- sociale dovuta alla pandemia – e in particolare il Next Generation EU ed il Pandemic Emergency Purchase Programme della BCE – hanno significative implicazioni politiche tanto a livello europeo
quanto, come il caso italiano evidentemente mostra, a livello nazionale. Queste misure chiamano inoltre in causa la legittimità dell’Ue, e la rendono sempre più “politicizzata” nell’opinione pubblica degli stati membri. La gestione della pandemia avviene peraltro in un contesto internazionale in cui gli Stati Uniti, dopo la conclusione della presidenza Trump, si riavvicinano all’Ue, mentre paesi come Russia e Cina rappresentano una crescente minaccia per la sua sicurezza. Nei confronti di queste fondamentali sfide − rispetto alle quali i cittadini misurano la capacità dell’Europa di dare risposte ai problemi e creare valore aggiunto rispetto alla capacità di reazione dei singoli stati − l’UE si mostra spesso paralizzata da veti incrociati dei governi nazionali, divisi sulle priorità e le modalità di azione. La governance europea è stata architettata per funzionare, strutturalmente, attraverso la pratica del consenso; questo la espone al potere di veto dei diversi
attori e dei molteplici interessi rappresentati nel processo decisionale UE. L’Europa a 27 costituisce il culmine di un percorso volontario di aggregazione tra stati, senza termini di paragone nel resto del mondo, a testimonianza della sua unicità e successo. Tuttavia, l’allargamento a un così elevato numero di paesi, alcuni dei quali in sempre più marcata contrapposizione con le istituzioni europee, ha anche messo a nudo le divisioni tra le molte istanze al suo interno. Con la sua espansione, la conflittualità politica nell’UE è aumentata esponenzialmente. Tutto questo avviene in presenza di un impianto normativo che vincola significativamente la capacità di azione degli stati e delega al livello UE le principali scelte in materie sensibili, quale il controllo sulle politiche macroeconomiche nazionali. I partiti nazionalisti e populisti capitalizzano sulle inefficienze del sistema politico dell’Unione, spingendo quest’ultima al centro della competizione politica e della protesta. L’euroscetticismo costituisce ormai una dimensione di conflitto molto rilevante all’interno del sistema politico, e in molti paesi ha contribuito alla nascita e all’affermazione di forze anti-sistema. I partiti tradizionali sono investiti dall’onda d’urto di queste forze antagoniste. Talvolta si dividono al loro interno tra la linea di fedeltà all’Europa e una linea più critica, rivolta a intercettare il consenso indirizzato alle forze euroscettiche. Lo stato di tensione generale e lo stallo dell’UE risultano così acuiti dal clima di diffidenza e di scontento che le forze euroscettiche alimentano, mettendo costantemente a nudo le inefficienze del sistema decisionale europeo e i costi del vincolo esterno. Tuttavia, l’Ue ha mostrato una notevole resilienza e, nella gestione della crisi pandemica, è riuscita ad assumere decisioni di portata storica, per il processo di integrazione e per le relazioni tra Ue e stati membri. Le istituzioni europee sono state capaci di risposte strategiche alle critiche dell’elettorato e dei partiti euroscettici, anche se gli effetti di queste scelte devono essere ancora valutati. L’obiettivo principale di questa sezione è quello di analizzare, interpretare e spiegare, sotto
molteplici angolature e utilizzando diverse metodologie, l’impatto delle crisi sulla politica europea (a livello sovranazionale ma anche nazionale) e sul processo di integrazione europea. A titolo esemplificativo e non esaustivo, sono graditi contributi che esplorino:
* l’adeguatezza delle teorie generali dell’integrazione europea rispetto alla configurazione e al funzionamento dell’Ue, tenuto conto degli sviluppi e dell’impatto della pandemia;
* il funzionamento della governance Ue nei suoi diversi aspetti istituzionali, di processo e di policy;
* l’impatto dell’Ue sulla politica e le politiche a livello nazionale nell’odierno scenario di gestione della pandemia;
* le conseguenze dei nuovi equilibri internazionali e della politica estera americana dell’era post- Trump sulla collocazione dell’Europa nel contesto mondiale;
* le modalità di realizzazione e le conseguenze della Brexit per il futuro dell’integrazione europea;
* le rappresentazioni mediatiche dell’Ue e il loro impatto sulla percezione che i cittadini-elettori hanno dell’Unione.
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Sezione 13. Politica ed Energia (Politics and Energy)
Chairs: Gabriele Natalizia, Gianluca Passarelli
La relazione tra politica ed energia è divenuta intensa sin dai tempi della prima rivoluzione industriale. Il controllo di combustibili fossili (carbone, petrolio, gas), o la facilità di accesso ad essi sia in termini di prossimità geografica che di capacità economiche, si è progressivamente attestato tra le variabili cruciali per l’ascesa e il declino degli Stati. Il loro possesso, infatti, genera ricadute immediate sul funzionamento dei sistemi produttivi nazionali – sia nella loro componente privata che pubblica – che sullo sviluppo sociale – soprattutto nei confronti di sfere intimamente connesse alla qualità della vita come quella dei trasporti e della salute. Le risorse energetiche, inoltre, si intersecano con la sicurezza interna ed esterna degli Stati in misura tanto significativa da aver favorito la diffusione del ritornello riduzionista sulle “guerre per il petrolio (o per il gas)”, che tanto spazio ha trovato a margine dei principali eventi internazionali dell’ultimo mezzo secolo.
Se la scarsità delle risorse e la competizione che essa contribuisce a esasperare/innescare ha fatto dell’energia una dimensione tradizionalmente frequentata dagli esperti di Relazioni internazionali, è stata successivamente presa in considerazione come variabile anche negli studi di Politica comparata. In particolare, i lavori sui cambiamenti di regime hanno portato alla luce il rapporto tra il fallimento dei processi di democratizzazione o il consolidamento dell’autoritarismo e la presenza di una sovrabbondanza di combustibili fossili all’interno di un Paese, che prende i contorni di una vera e propria “maledizione”. Più di recente, anche negli studi sulla partecipazione politica e i movimenti sociali si sta sviluppando un nuovo filone di ricerca sulla energy democracy, così come il tema sta assumendo sempre maggior rilievo nell’ambito delle politiche pubbliche e dei gruppi di pressione, poiché si sovrappone con alcune scelte strategiche compiute dagli Stati e con il dilemma energie fossili/energie rinnovabili con il quale essi sono chiamati a confrontarsi in questa fase storica. A differenza del passato, infine, le fonti energetiche stanno facendo gradualmente ingresso anche negli studi elettorali e sui partiti a causa di una serie di fenomeni – come il global warming o i Fridays for future – che hanno rivivificato quella frattura materialismo/post-materialismo già apparsa in Occidente nella fase finale del XX secolo.
Pertanto, la Sezione 13 “Politica ed Energia” è trasversale ai diversi ambiti della Scienza politica, oltre a essere aperta a momenti di incontro interdisciplinari o volti a facilitare il dialogo tra quanti investigano la dimensione energetica da una prospettiva accademica e i professionisti del settore.